I cambiamenti demografici, caratterizzati “dal calo delle nascite, dall’invecchiamento della popolazione e, a partire dal 2015, da una perdita di residenti”, “in assenza di significative misure di contrasto, potrebbero determinare ricadute negative sul potenziale di crescita economica, con impatti rilevanti sull’organizzazione dei processi produttivi e sulla struttura e la qualità del capitale umano disponibile”. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, durante il suo discorso in occasione della presentazione del rapporto annuale dell’Istituto.

Popolazione cresce solo grazie al numero di stranieri “Non va ignorato che la crescita della popolazione italiana degli ultimi vent’anni è avvenuta unicamente grazie all’aumento della componente di origine straniera, una componente che al primo gennaio 2019 conta 5 milioni e 234 mila residenti pari all’ 8,7% della popolazione. Una numerosità di tutto rilievo superiore al numero degli abitanti di 9 dei 27 paesi dell’ Ue”, dice il presidente dell’Istat. Negli ultimi 10 anni una quota crescente di cittadini stranieri “ha alimentato il flusso dei nuovi italiani divenuti tali per acquisizione della cittadinanza” o per “il peso relativo delle cosiddette seconde generazioni, molte delle quali formate da ragazzi nati sul territorio.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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