Gli esperti Onu in armi chimiche, che devono valutare cosa sia effettivamente successo a Duma, sabato 7 aprile, sono arrivati nella città siriana della Ghouta orientale, alle porte di Damasco.

Lo ha reso noto l’agenzia ufficiale siriana. La tv di Stato siriana afferma inoltre che gli ispettori sono entrati in città accompagnati dalla polizia siriana presente sul posto.

Questa loro prima visita sul luogo del presunto attacco chimico si concluderà nel pomeriggio prima del tramonto. Proprio questa mattina, il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera Angela Merkel avevano avuto una conversazione telefonica per sottolineare “l’importanza di indagini approfondite e imparziali” da parte della missione Opac, che da oggi verificherà se sulla città sia stato sferrato un attacco con armi chimiche da parte delle forze di Assad.

I tecnici dell’organizzazione per la Proibizione delle armi chimiche erano arrivati nei giorni scorsi in Siria, ma hanno visto rallentato il loro cammino. L’ambasciata russa presso l’Opac aveva ipotizzato che gli investigatori avrebbero avuto accesso al sito domani, citando “problemi di sicurezza”, in particolare la strada minata. Secondo parigi, il loro arrivo era necessario “prima che sparissero le prove” del presunto attacco con armi chimiche al bastione ribelle.

Il ministero degli Esteri francese, lamentando il fatto che i tecnici fossero ancora bloccati alle porte della città, aveva precisa inoltre che il luogo, dove hanno perso la vita almeno 40 persone, “è interamente controllato dagli eserciti russo e siriano”.

Fossa comune con 30 cadaveri a Duma Intanto, nella città ‘ribelle’ è stata scoperta oggi una fossa comune con 30 cadaveri. Lo afferma la tv di Stato siriana citando fonti militari.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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