Migliaia di iracheni hanno partecipato questa mattina a Baghdad al corteo funebre per il generale iraniano Qassem Soleimani gridando “morte all’America“. Il corteo dietro alla bara dell’uomo chiave del regime di Teheran e a quella del suo luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis, è sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad, il funerale nazionale alla presenza di molti leader iracheni.

I resti di Soleimani saranno poi portati in Iran, dove verrà sepolto con un’altra cerimonia al termine dei tre giorni di lutto nazionale proclamati dalla Guida suprema, l’ayatollah Khamenei.

Ieri Mahdi aveva detto che il raid americano è “una pericolosa escalation”, “la scintilla di una devastante guerra in Iraq”.
Rohani: vendicheremo il sangue del martire Soleimani “Il sangue del martire Soleimani sarà vendicato il giorno in cui vedremo la mano malvagia dell’America essere tagliata via per sempre dalla regione”.

Zarif a Guterres: conseguenze incontrollabili
Potrebbe avere “conseguenze incontrollabili” l’uccisione da parte degli Stati Uniti del comandante delle forze di Quds, Soleimani, ha detto il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante una conversazione telefonica ieri sera.

Pentagono: 2.800 soldati in viaggio verso il Medio Oriente
Circa 2.800 soldati americani sono in viaggio verso il Medio Oriente. Si apprende dal pentagono spiegando che le ulteriori truppe saranno dispiegate a protezione delle sedi diplomatiche e degli interessi usa nell’area.

Ambasciatore Iran all’Onu: azione militare chiama azione militare
“La risposta a un’azione militare è un’azione militare. Da parte di chi? Quando? Dove? Lo vedremo”. “Non possiamo rimanere in silenzio, dobbiamo agire ed agiremo”, ha detto ancora sottolineando che il raid degli Stati Uniti contro il generale iraniano Ghassem Soleimani “è stato un atto di guerra contro il popolo iraniano”.

La Nato sospende le missioni di addestramento in Iraq
La Nato ha sospeso le missioni di addestramento in Iraq. Lo ha riferito un portavoce all’indomani dell’uccisione del generale iraniano Soleimani. Fonti del ministero della Difesa fanno sapere che anche l’Italia, assieme agli altri partner, per ragioni di sicurezza ha deciso di sospendere l’addestramento delle forze irachene. La missione della nato in Iraq conta qualche centinaio di soldati e dall’ottobre 2018 addestra le forze del paese su richiesta del governo iracheno nell’ambito della lotta all’Isis. “La missione della Nato continua ma le sue attività di addestramento sono al momento sospese” ha spiegato White. Lo stesso portavoce ha poi confermato che il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro americano per la difesa, Mark Esper dopo gli sviluppi recenti.

Londra ai britannici: evitare viaggi in Iraq e Iran
Il ministero degli Esteri britannico ha sollecitato i cittadini del Regno Unito a non recarsi in Iraq ed evitare viaggi “non necessari” in Iran dopo il raid Usa. Lo riporta Sky News.

La Germania rivede il livello di minaccia
I servizi di sicurezza della Germania hanno rivisto i livelli di minaccia interno e internazionale, a seguito dell’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani in Iraq. Il ministero dell’Interno ha confermato che un aggiornamento è stato inviato alla polizia dei 16 Land, così che possa prendere “le misure di sicurezza adeguate” per proteggere strutture statunitensi ed ebraiche. Secondo Welt am Sonntag, vari Land hanno già elevato i propri livelli d’allerta.

Francia, Macron: “Evitare campo di battaglia”
Il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato al presidente iracheno Barham Saleh, al quale ha ribadito l’impegno del governo “per la stabilità, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Iraq, sottolineando che la stabilità del Medio Oriente richiede che si lavori per risparmiare l’Iraq dalle ripercussioni delle crisi internazionali e regionali”. Lo riferisce l’agenzia di stampa di Baghdad Nina, secondo il quale Macron ha affermato che “tutti dovrebbero lavorare per impedire che l’Iraq diventi un campo di battaglia tra le parti in conflitto nelle crisi internazionali e che i partner continuino a sostenere lo stato iracheno e le sue istituzioni per mantenere la sicurezza e la sovranità”. “L’escalation di tensione in Medio Oriente non è una casualità. La Francia ha due priorità che condivide con i dirigenti interessati che ho sentito: la sovranità e la sicurezza dell’Iraq, insieme alla stabilità della regione e la lotta al terrorismo. Niente ci distoglierà da questi obiettivi”, così il presidente francese Emmanuel Macron su Twitter.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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