Povera piccola Italia che piace sempre di meno. Sia a chi ci vive, sia a chi, dall’estero, vorrebbe valutare degli investimenti nella nostra Penisola.

Coloro che sono in possesso di somme importanti però non si fidano ad investirle nel nostro Paese e i motivi sono molteplici: in primis il carico fiscale, poi i tempi della giustizia civile e, naturalmente, quelli della burocrazia.

Tuttavia, secondo quanto sostenuto da uno studio dell’Aibe Index, l’indice che misura l’attrattività del sistema Italia, realizzato dal Censis con l’Associazione italiana delle banche estere, il nostro Paese potrebbe beneficiare della Brexit: nello specifico, vengono riposte rosee aspettative sull’economia del Belpaese e sulla sua capacità di attrarre investimenti.

Guido Rosa, presidente di Aibe, ha commentato: “L’analisi condotta conferma la sensazione percepita di un raffreddamento delle aspettative nei confronti del sistema-Italia. Una caduta di attese dopo l’esito del referendum costituzionale e nell’incerta prospettiva di recuperare una stabile e duratura governabilità che consenta di completare importanti riforme determinanti per una ripresa più robusta”.

“La riforma della Pubblica Amministrazione, la semplificazione e certezza di una più efficace politica fiscale, la riforma della giustizia civile, ritornano al centro delle preoccupazioni degli investitori esteri – ha aggiunto ancora Rosa -. L’arretramento dell’indice di attrattività ha colto, oggettivamente, gli effetti, anche sul piano economico, di quegli stop and go cui la politica ha abituato da tempo sia l’opinione pubblica italiana, sia quella che ci vede da una prospettiva esterna al Paese”.

Ma se al momento l’Italia non è presente nella top 10 dei paesi più appetibili dal punto di vista degli investimenti, sul podio troviamo Cina e Germania, con un punteggio di ben 7,3 (in una scala da 1 a 10 dove con 10 si intende il livello maggiore di attrattività); al seguito troviamo poi gli Stati Uniti (7,0) e l’India (6,5). L’Italia occupa l’ultima posizione con un valore pari a 4,5.

C’è molto lavoro da fare.

Anche perché uno dei primi fattori tenuti in considerazione da un investitore estero è la stabilità politica del Paese dove andranno a finire le sue risorse.

Ergo, c’è moltissimo lavoro da fare.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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