In tutto il mondo, tre coltivazioni su quattro che producono frutti o semi per il consumo umano dipendono, almeno in parte, dalle api e da altri impollinatori: quasi 8 mele o pere su dieci che mangiamo, quindi, derivano dal loro lavoro.

Eppure, evidenzia l’Ispra in occasione della Giornata Mondiale delle Api, una specie su dieci di api e farfalle europee è minacciata di estinzione e una specie su tre vede la propria popolazione in declino. In tutta l’Unione Europea – Regno Unito compreso – 17 milioni di alveari e 600.000 apicoltori producono ogni anno circa 250.000 tonnellate di miele. Il numero di queste piccole alleate dell’alimentazione sta diminuendo in modo allarmante – sottolinea la Fao – soprattutto a causa di pratiche agricole intensive, uso eccessivo di prodotti chimici per l’agricoltura e delle elevate temperature dovute al cambiamento climatico. La pandemia del Covid-19 ha avuto un forte impatto anche sul settore dell’apicoltura, colpendo pesantemente la produzione, il mercato e, di conseguenza, i mezzi di sussistenza degli apicoltori.

L’apicoltura offre opportunità di lavoro dignitoso e genera reddito per le persone in condizioni di estrema povertà – prosegue la Fao in una nota – comprese donne, giovani e anche persone con disabilità. È importante riconoscere il suo ruolo fondamentale nella lotta alla povertà e alla malnutrizione, aiutando gli apicoltori a superare le sfide che affrontano durante la pandemia.

Il tema di quest’anno, “Bee Engaged” fa luce sulle buone pratiche adottate dagli apicoltori per tutelare i loro mezzi di sussistenza e fornire prodotti di buona qualità. Sottolinea inoltre l’importanza delle conoscenze tradizionali relative all’apicoltura, all’uso di prodotti e servizi derivati dalle api e al ruolo delle api e degli apicoltori nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

A cura di Silvia Camerini – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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