Appartenere ad un popolo, a una serie di tradizioni, a una cultura. Sentirsi parte di un gruppo, di un’etnia e voler evidenziare questo attaccamento, discostandosi dall’altra parte di un paese, in cui non ci si riconosce. Fin dalla notte dei tempi, da quando esiste il genere umano, ci sono sempre state divisioni. Quello che sta accadendo in Spagna, in questi giorni, è l’esempio lampante che l’unità non fa sempre la forza di un paese.

Lo sappiamo bene noi italiani, divisi da sempre, uniti da poco tempo e in maniera, un po’ forzata. Ma non tutti gli spagnoli si sentono spagnoli e il campanilismo esiste in Spagna come in Italia, forse in maniera più accentuata. La Catalogna vorrebbe l’Indipendenza, la sta cercando, la sta chiedendo e il Referendum indetto da questa regione lo sta a testimoniare. Però, i ‘separatisti’ (così denominati coloro che vogliono ‘emanciparsi’ da un governo che non riconoscono come tale), non hanno fatto i conti con l’illegittimità del loro Referendum, in una parola: Incostituzionale. Apriti cielo e botte da orbi da parte della Policia! Scene di ordinaria follia in quel di Barcellona, che si sarebbero potute evitare, anzi si sarebbero dovute evitare. Perché il diritto a manifestare è sancito da tutte le costituzioni e da tutte le democrazie del mondo! Picchiare a destra e manca, senza capire bene le ragioni che hanno portato un intero popolo a scendere in piazza, non è democratico e nemmeno costituzionale. Autonomia, Secessione, Indipendenza, non significano Anarchia, Regime e Potere Assoluto, ma semplicemente ricercare una forma nuova di governo, una strada diversa da quella tracciata da alcuni politici che hanno pensato solo di incastrare i pezzi di un puzzle con un altro, totalmente diverso.

Le polemiche, i tumulti, le manifestazioni, in Spagna, non finiranno certo qui. Bisognerebbe abbassare i toni, riporre il manganello nella fondina, e provare a parlare in modo chiaro e deciso. Questo è quello che dovrebbe fare un paese democratico. Una democrazia relativamente giovane, nata dopo il regime di Franco, ma pur sempre democrazia. Questa parola dovrebbe essere usata con saggezza, soppesata e non vomitata come un cibo guasto che ci ha fatto stare male. Sappiamo essere migliori, dobbiamo essere migliori, altrimenti continueremo a ricadere sempre negli stessi errori e, arrivati a questo punto, non ce lo possiamo più permettere.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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