Non ci si è annoiati seguendo il secondo turno di Serie A, che adesso lascia spazio alla Nazionale ed alle qualifiche per Euro 2020, con qualche sorpresa ed una classifica che ci si aspettava così ma non troppo.

Il trio ancora a punteggio pieno, non stupisce se si guarda alla Juventus ed all’Inter, mentre che ci sia anche il Torino non è proprio cosa di tutti i giorni, oltre alla mancanza di altre formazioni che vanno per la maggiore, al netto di qualche scontro diretto che, comunque ha già lasciato il segno.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla gioia regalata a Mihajlovic, nell’anticipo del venerdì, da un Bologna che ha dovuto attendere il novantatreesimo per avere ragione di una Spal che, ancora a quota zero, ha tentato in tutte le maniere di uscire indenne dal Dall’Ara; certo l’effetto del proprio allenatore che combatte la più difficile partita della propria vita, da ai rossoblù una carica ed una voglia ancora maggiore del solito, e si vede, ma c’è da dire che la formazione spallina non ha demeritato e vale sicuramente di più di una classifica che oggi piange.

Nel primo anticipo del sabato, primi tre punti per un Milan che ha meritato la vittoria, ma non ha convinto per nulla, continuando a dimostrare di essere ben distante dalla formazione che tutti immaginavano; sono le prime battute di stagione, ma dopo quasi due mesi di allenamento si dovrebbero vedere miglioramenti che invece per i rossoneri sono ben distanti, ammesso e non concesso che le lacune (anche di organico) possano trovare una soluzione che non sia solo un tampone, perché allora i sogni di gloria vanno messi nel cassetto prima ancora di cominciare; il Brescia, pur sconfitto, ha dimostrato che la vittoria di Cagliari non era solo un fuoco di paglia, e se il discorso tempo vale per il Milan, ancor di più è da riferire per le Rondinelle, che attendono sempre di veder scendere in campo la “chicca” dell’estate, ovvero Mario Balotelli.

Fuochi d’artificio, in serata, allo Stadium di Torino, dove è successo davvero di tutto tra Juve e Napoli, con i bianconeri in vantaggio di tre reti (e che avrebbero potuto dilagare avendo colpito anche due legni), raggiunti dall’improvviso risveglio degli azzurri di Ancelotti e l’autorete finale di Koulibaly a sancire il definitivo 4-3 bianconero; il risultato sfavillante, in termini di reti, è certamente inusuale, come inusuale è l’andamento dell’incontro, perché per sessanta minuti il Napoli ha fatto solo presenza, per poi deflagrare su una Juve che con il passare del tempo è andata in debito d’ossigeno ed è stata raggiunta dopo una serie di errori non da Juve.

La vittoria finale è certamente motivo di soddisfazione per la formazione di Sarri, mentre ha mandato in cantina il Napoli, però credo si debba riflettere in entrambe le squadre, perché sarà solo l’inizio di stagione, ma certi errori sono sembrati troppo gravi per ridurli a “danni” di periodo; la Juve senza Chiellini perde sicuramente il suo pilastro difensivo e, lo dico senza remore, probabilmente il calciatore più importante dell’intera rosa, CR7 compreso, mentre il Napoli dovrà rivedere un assetto che lo ha si portato a segnare sette reti in due partite, impegnativissime entrambe, ma anche ad incassarne altrettante, segno che non tutto funziona nelle scelte dell’allenatore come nelle prestazioni dei reparti e dei singoli.

Il derby romano, è invece stata la partita dei legni, ben sei, quattro colpiti dai biancoazzurri e due dai giallorossi, e l’1-1 finale la conseguenza di una sostanziale parità (legni a parte) di quanto espresso in campo; la Lazio non è riuscita a ripetere l’impresa di Marassi, mentre la Roma ha certamente giocato meglio rispetto al pari casalingo contro il Genoa; indubbiamente entrambe le formazioni hanno ancora  molto da lavorare, cosa normale per la Roma ed i tanti cambiamenti avvenuti nella rosa, più strana per la Lazio che è rimasta pressoché identica nella propria struttura base.

Il turno si è concluso infine con le partite della domenica sera e l’Inter che ha mantenuto il passo nonostante l’intensa gara disputata dal Cagliari, che si è però dovuto arrendere alla formazione di Conte, certo più forte, ma che ha trovato sulla propria strada un’avversaria tutt’altro che disposta ad uscire sconfitte, per la seconda volta consecutiva, tra le mura di casa; alla fine i nerazzurri ce l’hanno fatta, ma ricorrendo a tutto il mestiere ed energie che oggi hanno nelle gambe, penando non poco contro un Cagliari per cui vale il discorso fatto più sopra per la Spal, e probabilmente con ancor maggiore qualità della formazione di mister Semplici.

Dopo la vittoria contro il Milan, ci si attendeva ben altra cosa dall’Udinese nuovamente impegnata tra le mura amiche, invece il Parma, già bello contro la Juventus, ha ribaltato il punteggio ed è uscito meritatamente vittorioso dalla Dacia Arena; non so se la vittoria contro i rossoneri abbia influito sulla prestazione dei ragazzi di Tudor, ma tenderei ad escluderlo ed a vedere i friulani come una formazione non proprio di prima fascia, anzi, tra quelle che dovranno lottare per salvarsi, mentre il Parma, partito bene già nella scorsa stagione, potrebbe arrivare ad una salvezza ben anticipata se solo darà maggiore continuità alle proprie prestazioni rispetto, sempre, al campionato scorso.

Nel nuovo confronto tra Genoa e Fiorentina, stavolta partita vera e genoani che hanno confermato la buona impressione suscitata a Roma, lasciando i viola ancora a zero punti in classifica; non è bastato Chiesa alla formazione di Montella e non è bastato inserire a partita in corso l’esperienza di Ribery per uscire indenni da Marassi, perché la formazione del bravo Andreazzoli si è dimostrata superiore e più avanti di una Fiorentina che, al di là dell’entusiasmo per il cambio di proprietà, la conferma di Chiesa e l’arrivo di un campione come il francese (anche se stagionato) deve ancora fare tantissima strada per trovare la via giusta, ammesso e non concesso che sia stato giusto confermare Montella.

Anche la vittoria del Verona a Lecce va annoverata tra le sorprese di giornata; lo scontro tra le neopromosse, nelle previsioni, pareva dover essere favorevole ai padroni di casa, che invece non sono riusciti ad andare in rete e, poco prima della fine, hanno subito un tremendo colpo da KO, dopo la quaterna incassata contro l’Inter, cosa rimediabile visto che alla fine contiamo fino a trentasei, ma perdere in casa contro una diretta concorrente non è certo il miglior viatico immaginabile, ed alla ripresa ci sarà la trasferta in casa del Toro capolista.

Nessuna sorpresa invece tra Sassuolo e Sampdoria, con i neroverdi che hanno surclassato i ciclisti di un Di Francesco già in ambasce dopo sole due giornate; il 4-1 finale dà l’idea di come siano andate le cose, con Audero e compagni alla mercè avversaria sin dalle prime battute; avevo visto il Sassuolo una settimana fa contro il Torino, e salvo i venti minuti finali non mi aveva fatto una grande impressione, ma riavvolgendo il nastro devo considerare ancor di più la prestazione dei granata che, avrebbero potuto andare ben più in là nel punteggio prima che benzina finisse.

Benzina che invece per i granata non è finita sul neutro di Parma, contro un’Atalanta considerata tra le formazioni migliori del nostro calcio e che si appresta a fare il proprio esordio in Champions, dopo la straordinaria stagione passata; contro i nerazzurri, e dopo l’uscita dall’Europa tutt’altro che indolore contro il Wolverhampton, la squadra di Mazzarri ha dimostrato di avere un carattere ed una voglia capaci di rimontare anche un’Atalanta davvero forte.

Nonostante le tante assenze e la fatica di giocare quattro delicatissime e difficilissime partite in dieci giorni, il Torino ha ribattuto colpo su colpo alla formazione nerazzurra che, dopo la rimonta ed i tre punti di Ferrara, ha dovuto arrendersi ad un Torino ritornato Toro, e se per Gasperini la sconfitta è casuale, ha ragione Mazzarri a lasciare che ognuno la pensi come crede ed a portarsi a casa tre meritati punti; contro il Sassuolo i “soliti noti” avevano parlato di avversari scarsi e probabilmente quella di ieri sarà solo “fortuna”, ma tanto siamo abituati ad allenatori e presidenti da tastiera, mentre il Toro va avanti per la propria strada.

Ultime ore del calciomercato che, finalmente, chiude i battenti e non si capisce perché tutti alzino lamenti al cielo sulla durata, ma quando si parla di chiudere a ferragosto non ne trovi uno che sia d’accordo, manco a pagarlo; stranezze che sarebbero facilissimamente rimediabili, ma da noi il calcio è come la politica: tutti parlano e si lamentano, ma poi… 

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

   

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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