Dopo il buoio arriva sempre un po’ di luce. Dopo il lungo tunnel del Medioevo (il periodo del terrore e dell’orrore), è arrivato quello dello splendore: il Rinascimento. Un’epoca, quella a cavallo tra ‘400 e ‘500, di rinascita totale. La ‘culla’ di questo cambiamento epocale è stata la penisola italica, soprattutto Firenze. L’uomo ritornava al centro dell’universo, attraverso l’arte, la pittura e la scultura. Da Firenze, dalla corte de’ Medeci, questo movimento è riuscito ad arrivare fino a Roma, un’altra ‘culla’: quella del Papa. Grazie anche alla straordinaria sensibilità dei cosiddetti Mecenati (coloro che sborsavano grandi cifre per questa e quell’opera d’arte), questo movimento rivoluzionario continuava a evolversi ed espandersi. Michelangelo, Botticelli, Donatello, Raffaello, Leonardo da Vinci, Masaccio, erano diventati i simboli di questo periodo storico e lo sono ancora dopo secoli e secoli. La Primavera di Botticcelli, La Gioconda di da Vinci, la Madonna del Cardellino di Raffaello, la Volta della cappella Sistina di Michelangelo, il David di Donatello e la Trinità di Masaccio, opere uniche e inimitabili, semplicemente divine. Ma tutta questa bellezza su tela, tutte queste sculture perfette in dimensioni e impatto scenico, devono la loro ragione di essere a un altro pittore, genio o semplicemente anticipatore di uno stile, una vocazione, un modo di essere. Chi? Il grande Giotto che, bene un paio di secoli prima, aveva iniziata questa opera di pulizia dall’imbarbarimento degli abitanti del nostro bel paese. Il Giudizio Universale, l’Ultima Cena, La Natività di Gesù, il Bacio di Giuda e la Resurrezione di Lazzaro ci fanno capire come molti pittori delle generazioni successive si siano ispirati a questo loro concittadino fiorentino. Il bello risiede in tutto quello che ci circonda. Gli artisti di quel preciso periodo storico l’avevano capito e per questo cavalcavano quell’onda. La bellezza non è mai abbastanza e quando ci si riesce ad emozionare alla vista di un quadro o di una scultura, allora vuol dire che questi artisti dal pennello facile e dallo scalpello ancora più facile, hanno fatto centro su tutta la linea. Assisteremo a un nuovo Rinascimento italiano? Chissà, intanto, però, godiamoci quello originale!

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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