Ferragosto è passato, tra una settimana inizia il Campionato e tra poco più di due il mercato chiuderà i battenti, con tanti saluti ad affari, affarini, affarucci, andati in porto o rimasti nei sogni di tifosi adoranti e spesso anche presi un tantino (o un bel po’) in giro con voci inventate ad arte; perché passare mesi a scrivere di acquisti e vendite di questo e quello mica è così semplice!

In realtà, anche quest’anno, viviamo tormentoni infiniti che paiono accordi già fatti in poche ore, durano mesi e poi magari svaniscono come le bolle di sapone, ma sono serviti a scrivere e dire milioni di parole, a tenere viva l’attenzione di tifosi e addetti ai lavori, a fare da paravento alla realtà nuda e cruda della mancanza di denaro delle nostre società, anche quelle che si crede siano ricche invece che sull’orlo del fallimento.

Per comperare bisogna vendere! Quante volte va in onda questa tiritera, e chi ha già comperato, in quale modo riesce a disfarsi degli immancabili “esuberi” che magari erano i colpi a sensazione di un anno prima?

Certo non è facile quadrare i bilanci, soprattutto senza ricorrere a quelle plusvalenze, tutte italiane e spesso ancor di più farlocche, che dovrebbero essere vietate, ma sono comunemente e pedissequamente utilizzate, e più sei “potente” e più le usi, tanto ci vogliono anni, quando va male, per doverne rendere conto.

Ma a due settimane dalla fine del mercato chi ha fatto gli affari migliori, considerando non solo gli acquisti ma anche le cessioni?

Personalmente sono curioso di vedere cosa succederà da qui al 2 settembre e come si risolveranno i tormentoni di Icardi e James Rodriguez, quelli del Pipita e di Dybala, e dei tanti altri oggetti di desideri spesso troppo costosi per diventare realtà.

Sono altresì curioso di vedere la Juve di Sarri, che non potrà più usare la scusa del fatturato quando perde; l’Inter che finalmente ha un allenatore e non il solito spaventapasseri, il Milan del professor Giampaolo, tanto osannato quanto sin qui mediocre.

Certo, sono solo curiosità di un umile scrivano, che si chiede perché in radio come in tivù, colleghi ed addetti ai lavori tessano immancabilmente elogi sperticati di chiunque stiano parlando, e continuino a chiamare Super Mario uno come Balotelli, che nella sua ormai lunga carriera ha creato più casini dei gol segnati e di super ha solo l’ingaggio che qualche allocco gli paga, invece di invitarlo ad andata a raccogliere fieno! 

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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