Dopo i recuperi di metà settimana, che hanno allineato tutte le formazioni sugli stessi numeri, il fine settimana della trentunesima giornata è stato pirotecnico e non senza sorprese, con la situazione di testa che non è cambiata (ma quanta fatica per Juve e Napoli), la lotta Champions che si infiamma così come le posizioni per un posto UEFA ed un fondo classifica che lascia grandissima incertezza su chi accompagnerà il povero Benevento in cadetteria.
Iniziamo dall’alto, dove la Juve supera un Benevento mai domo, con grandissima fatica e due rigori; sarà il primo caldo di stagione, o magari sarà che tra una cosa e l’altra i bianconeri non sono in grande condizione, ma faticano ben oltre l’immaginabile per avere ragione di un Benevento che continua ad onorare il proprio campionato pur se la retrocessione è praticamente arrivata subito o quasi.
Conquista i tre punti anche il Napoli, ma servono gli ultimi secondi dell’incontro per avere ragione di un Chievo andato in vantaggio pur senza fare nulla di trascendentale; anche gli azzurri non sono al top, e si vede, un po’ perché non si può essere sempre al massimo, molto perché se non cambi e giocano sempre gli stessi prima o poi si deve anche tirare il fiato.

Dietro, Roma ed Inter si fanno raggiungere e scavalcare dalla Lazio, per i due restanti posti Champions; i giallorossi perdono di brutto contro una Fiorentina in palla, mentre l’Inter si fa superare dopo ventiquattro anni da un Torino finalmente tornato “toro”.

Hanno voglia Di Francesco e Spalletti (accompagnati da lacchè vari, di cui è sempre abbondante il numero) a parlare di sfortuna, ma se non la butti dentro è sempre e solo sfortuna? Ho visto la partita di Torino allo stadio ed il settanta per cento delle azioni pericolose interiste è arrivato da calcio d’angolo e quindi c’è davvero questo “gioco” nerazzurro o, com’è accaduto all’Olimpico torinese, si cerca di arrivare al gol con grandi ammucchiate e la speranza di un tocco?
Magari sono di parte (ma gli interisti invece sono tutti obiettivi?), però il Toro ha avuto le sue brave occasioni e pur riconoscendo che il pari ci sarebbe stato, non credo che la vittoria granata sia così scandalosa come qualcuno vuol far credere; e continuo a dire che di gioco interista ne ho visto poco, perché non è per i sedici calci dalla bandierina che si può dire di giocare al pallone.
La lotta Champions sarà dura, anche perché la Lazio vince ad Udine, mentre Oddo se la prende con l’arbitro e Inzaghino fa finta di nulla visto che la cosa è girata a suo favore; il derby romano della prossima settimana potrebbe essere decisivo, anche perché perderlo potrebbe dare un contraccolpo mica da poco a fiducia ed ambizioni, senza contare il ritorno con il Barcellona che la Roma affronterà sperando nella “fortuna” degli episodi.

Anche la zona UEFA s’infiamma non poco, dato che il Milan non va oltre due pareggi nel derby (dove i rossoneri meritavano di perdere) ed in casa contro il Sassuolo; che sia il contrappasso per la conferma di Gattuso? E se invece fosse che si torna alla normalità di una formazione costruita con tanto di fanfare e rullio di tamburi, ma non all’altezza di cotanto can can? Certo se poi si aggiungono certe stupidate (vero Bonucci?) da chi dovrebbe “dettare” il comportamento e la via da seguire ai compagni, rimane poco di cui stupirsi.

Chi stupisce in positivo è invece la Fiorentina, che ha saputo compattarsi dopo la disgrazia di capitan Astori, e nel ricordo di Davide sta mettendo il cuore oltre l’ostacolo; cinque vittorie consecutive non devono stupire, anche perché i viola giocano bene e sono i primi candidati al sesto posto finale.
Sesto posto che è ancora nel mirino anche dell’Atalanta e della Sampdoria; il punto degli orobici a Ferrara e quello doriano nel derby, non sono il massimo, ma almeno servono per non perdere una strada che pareva più agevole da inseguire. Difficile dire come finirà, ma indubbiamente occorre ridare vigore e risultati ad entrambe le formazioni.

Dietro, detto del Torino, c’è la zona “dei senza obiettivo”, Genoa, Bologna, Udinese, cioè formazioni che da mesi vanno in campo perché lo si deve fare; tra le tre il Genoa ha saputo recuperare con Ballardini una posizione tranquilla, mentre il Bologna è sempre nel limbo del vorrei ma non posso ed il suo allenatore continua a raccontare sempre la stessa storia senza costrutto, mentre l’Udinese è arrivata all’ottava sconfitta consecutiva e bisognerà si dia una svegliata per non correre rischi che due mesi fa sembravano fantascienza.

Rischi che corrono sicuramente tutte le restanti formazioni, dal Sassuolo al Verona, dando ormai per fuori causa il Benevento; sono sei, a leggere la classifica, le formazioni che cercano di evitare i due restanti posti che portano in B e sono tutte squadre che alternano prestazioni decenti ad altre prive di alcun senso in modo troppo facile.

Il Sassuolo pareggia in casa del Milan ma poi va a perdere contro chi dovrebbe e potrebbe fare i tre punti, mentre il Cagliari ed il Chievo una ne vincono ma poi si fermano lì, così come il Crotone, mentre la Spal è sicuramente la formazione che più gioca, ma l’esperienza non si acquisisce da oggi a domani, e capita che gli spallini gettino al vento partite che potevano far loro con un tantino di controllo; il Verona infine, vive in un caos mica da poco, tra contestazione e dimissioni, ricordando che in estate l’arrivo di Cassano (ridicolo) e Cerci (ah il calcio che conta!), oltre alla conferma di Pazzini, avevano fatto parlare la piazza di UEFA!

Ora, con l’intermezzo europeo di coppa, non resta che attendere il prossimo fine settimana, interessantissimo sia davanti che in coda, per i tanti scontri tutti da vedere, sperando che si giochi invece di mettere sempre di mezzo sfortuna e ammennicoli VARi!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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