Mettiamo subito in chiaro una cosa. Il nuovo Cesena FC non è il Cesena nato nel 1940 e sepolto pochi giorni fa. Si farebbe un grave torto ai fondatori Rognoni, Pantani e Piraccini, al presidentissimo Dino Manuzzi e all’umile Edmeo Lugaresi. In più verrebbero insultati quei pionieri come Pietro Sarti, Luciano Manuzzi, Ezio Manuzzi, Vittorio Casali, Emilio Bonci, Orienzo Buratti e tanti altri, che hanno premuto con l’ingegno a suon di rigore per l’ascesa europea del cavalluccio. Ma si darebbe una schiaffo morale a calciatori come Giampiero Ceccarelli, Lionello Leoni, Francesco Scorza, Giancarlo Rognoni, Giambattista Festa, Dario Hubner, Sebastiano Rossi, Massimo Agostini, Ruggiero Rizzitelli, Walther Schachner, Mario Frustalupi, Lamberto Boranga, Paolo Ammoniaci, Adriano Piraccini, Aessandro Bianchi, Maurizio Orlandi, Luigi Bertarelli, Luigi Danova, Pierluigi Cera, Corrado Benedetti e via dicendo di questo passo. E, poi, vogliamo ricordare Azeglio Vicini, Gigi Radice, Osvaldo Bagnoli, Bruno Bolchi, Pippo Marchioro, Pierpaolo Bisoli, Fabrizio Castori, Marcello Lippi, Cesare Meucci, G.B. Fabbri, Marco Tardelli allenatori che dalL’anonimato sono arrivati alle stelle passando dalla Romagna.

Il nuovo Cesena non ha nessuna radice di quel magico Cesena, purtroppo oggi scomparso nel nulla; e, non potrà mai averla. Ogni società di calcio ha il suo fascino e la sua fisionomia. Alleggiarsi sui meriti sportivi di altri è segno tangibile di immaturità e ingratitudine.

La nuova società che si è composta da poco passando da Martorano ha il dovere di non mischiare le scarte sul campo, di non predicare nessun funerale, ma piuttosto di fare la sua democratica partita per fare ripartire con onore e disciplina il calcio cittadino. Solo il tempo emetterà verdetti o sentenze. Proprio a Martorano e dintorni a molti ex soci, correntisti, risparmiatori rimbalzano ancora i timpani per una banca caduta in mille pezzi, che ebbe poi sede nella torre vicino allo stadio solo per apparenza ma del tutto svuotata.

Essere vanesio e portatore di parole all'”ingrosso” svilisce il confronto tra uomini gentili. Il Cesena Fc, faccia la sua corsa, ambisca alle più alte aspirazioni, ai successi economici-calcistici, senza addentrarsi nel passato, non può costruire la storia, solo un decoroso futuro. Però attenzione a non sbagliare. Il calcio ha solo una prerogativa nella pancia: vincere sul campo e ottenere risultati eclatanti, in modo particolare per società minuscole come lo è sempre stato per il Cesena dei miracoli e dei sogni proibiti. Mettersi troppo in vetrina, autocelebrarsi al primo giorno di nascita suscita dubbi, molti dubbi di incapacità costruttiva. Altrimenti si rischia di fare i tornei di quartiere. Siamo appena al fattore D e il campionato è da vincere da soli in testa alla classifica.

Mi dispiace molto per quei colleghi giornalisti che mi hanno manifestato la loro volontà di prendersi un’adeguata pausa prima di tornare a scrivere di Cesena, perchè senza il cavalluccio originale fondato 78 anni, non si sentono più rappresentati. Il dolore è forte e la stanchezza mentale batte quella fisica.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini _ Foto Vittorio Calbucci archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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