DOPO? IL FUTURO E’ UNA PAGINA BIANCA

Fine dell’Unione europea, conflitti nucleari, cambiamenti climatici repentini, attacchi cyborg, tempeste magnetiche solari sono solo alcuni dei “cigni neri” con cui potremmo trovarci a fare i conti da qui al 2050.
Se non riusciremo a gestire la crisi sanitaria dovuta al Covid-19, ma anche quella economica-sociale in modo collettivo, torneremo alla logica del castello arroccato, e forse non sarebbe un gran bella prospettiva.
Per cominciare, mi verrebbe da dire che, prima di tutto, dovremmo mettere in campo l’umanità.

Poi avremmo bisogno di più uguaglianza, e, forse, pure, una buona dose di compassione.
Ciò che stiamo imparando in questo momento è una lezione molto importante, che sta costando tante vite, e che va onorata: ciò che serve in futuro sarebbe creare nuove regole, più civili e solidali.
Quando dico solidali penso anche al recupero della dolcezza, perchè no, della gentilezza, di una diversa consapevolezza, piu’ attenta alle altre persone e al Pianeta, cercando di vivere insieme, come un tutt’uno.
Troppo presto per capire i risultati finali di questa pandemia, ma sicuramente nascerà una società rinnovata, con altri obiettivi.

La convivenza forzata, a porte chiuse, probabilmente ci ha insegnato a stare vicini in modo diverso, ha sviluppato più collaborazione, piu’ inventiva, più creatività.
Abbiamo anche imparato ad improvvisare!
Chissà, in futuro apriranno negozi più semplici, con un design meno sofisticato, ci baseremo di più sulla cooperazione e, forse ci concentreremo veramente sul senso della felicita’ umana.
Saremo capaci di dar vita a un nuovo Rinascimento, riusciremo a trasformare per davvero il dolore in bellezza?
Mi verrebbe da dire che tutti ne sentivamo un gran bisogno di saltare giu’ dal carro: di fermare lo stress, di fermare quei viaggi continui, lo shopping compulsivo, la produzione abnorme di rifiuti.
Il peso di dover sempre fare affari. Ma fra un po’, una volta che l’emergenza si sarà attenuata, dovremo metterci con serieta’ in ascolto , dovremo far fruttare la quiete.

L’innovazione diventerà la parola chiave!
Sara’ importante valorizzare maggiormente la localizzazione, e l’Italia , da questo punto di vista, e’ un modello, poiche’ potrebbe attivare i suoi artigiani e le sue industrie.
Il Covid-19 modificherà anche il nostro modo di spendere, le persone probabilmente investiranno nelle loro case, dove sono state costrette per un periodo prolungato, dove hanno imparato anche a utilizzare meglio i loro spazi, e perchè no, magari scopriremo anche di aver bisogno di una stanza-santuario per stare da soli.
E infine, siccome la realtà dopo l’”apocalisse” , chiamiamola così, è sovversiva, nel senso che ci troveremo con alcuni dogmi e vecchi regimi di verità crollati, molto dipenderà dal nostro campo affettivo.

Si è parlato tanto di eroi in queste settimane, soprattutto, e a ragione, per medici e personale sanitario , ma d’ora in avanti l’eroe sarà anche l’uomo comune, che riesce a vivere in costante tensione emotiva, trovando un suo equilibrio, nonostante il cambiamento continuo, nel “qui ed ora”.
Occorrerà una nuova Etica.
Bisognerà dare alle persone un modo di vivere diverso, e un diverso destino.
Non sara’ sufficiente offrire un bel prodotto o una bella storia, occorrerà il plus aggiuntivo, dovra’ essere un marketing esistenziale e non più solamente commerciale.

Ne dovrà valere la pena!
Sì , questo e’ il senso: che dire, la prima spesa importante la faremo a Natale, che potrebbe essere una delle celebrazioni piu’ gioiose: se ce la facciamo, ci sentiremo infinitamente grati di essere sopravvisuti.
Ci lasceremo alle spalle tutti gli sprechi: ci basteranno il nostro telefono, un sapone, e un buon libro.

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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