Nelle ultime settimane non si fa altro che parlare del Coronavirus, una malattia letale proveniente dalla Cina. La popolazione mondiale è terrorizzata, ma si tratta di una minaccia reale o solo di allarmismo?
E quanto può condizionare la nostra realtà quotidiana?

Il coronavirus si è sviluppato nella provincia di Wuhan, in Cina, e per ora consta 490 decessi. Si tratta di una patologia che presenta sintomi simili all’influenza, cosa che la rende difficile da diagnosticare in assenza di accertamenti più specifici. In Italia si è dichiarato lo stato di allerta: dopo i 2 casi di turisti cinesi a Roma trovati positivi ai test, lo stato ha deciso di stanziare 5milioni di euro, seguendo le procedure già usate nel 2003 contro l’infezione Sars. Non si apprende ancora il vero metodo di propagazione del virus, all’inizio si parlò di un’infezione contratta tramite il consumo di un serpente (cibo molto diffuso in Cina) che sarebbe stato a suo volta contagiato da un pipistrello, ma ora i riflettori si sono concentrati su una teoria molto più singolare e sinistra: il virus sarebbe infatti stato creato in un laboratorio militare per poi diffonderlo, sebbene non si conoscano le motivazioni e le circostanze di tempo e di luogo.

Gli italiani hanno pareri contrastanti a riguardo: alcuni asseriscono solo di puro disfattismo e altri invece sono estremamente angustiati. Nelle farmacie è ormai impossibile procurarsi mascherine protettive e le persone eludono i luoghi molto affollati come centri commerciali, piazze e stadi. Nella quotidianità non è inusuale incontrare turisti cinesi sugli spalti degli stadi delle città principali d’Italia e questo ha portato i tifosi italiani ad essere restii nel frequentare
codeste arene sportive, al fine di limitare le possibilità di contrarre il virus.

Sarebbe opportuno introdurre controlli di sicurezza agli ingressi degli stadi preposti alla prevenzione della dispersione del virus, come per esempio ispezioni della temperatura corporea tramite dei termoscanner. In Italia, però, la situazione si può considerare ancora fondamentalmente placida, sebbene in Cina si sia deciso di rinviare tutti gli eventi calcistici tramite una disposizione della Federazione Calcistica Cinese per timore di provocare un contagio esteso del coronavirus. Il rischio è così alto che si sta ponderando perfino di sospendere l’intera stagione calcistica cinese, in previsione dei duri mesi che verranno a seguire.

A cura di Camilla Spinelli redazione sportiva – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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