Ricordate cosa scriveva la scrittrice Karen Blixen nel suo libro “La Mia Africa” …“io conosco il canto dell’Africa, della giraffa e della luna nuova africana distesa sul suo dorso…” e a noi, come d’incanto, arrivava il profumo, il vento, e l’immensa grandezza della natura africana!
Ebbene, l’immagine che abbiamo dell’Africa e’ anche pero’ quella di un continente pieno di problemi, conflitti, epidemie, anche se io credo che l’Africa sia prima di tutto una terra ricca di umanita’, una terra ricca di valori, una terra ricca di fede, e papa Francesco con questi sentimenti li’ oggi e’ volato!
Mi verrebbe da dire che le sottolineature di questo viaggio siano di fatto tre, la prima ha a che fare con la PACE, poi sicuramente c’è il tema della cura del CREATO, in linea con la Laudato sì, poi la CULTURA DELL’INCONTRO, e tutto questo in una dimensione di speranza.

Papa Francesco ambasciatore di pace, promotore di speranza per la risoluzione dei tanti conflitti, per uno sviluppo piu’ sostenibile!
Oggi e’ atterrato a Maputo, capitale del Mozambico: “per una pace solida e duratura” non dimentichiamo che dopo decenni di conflitti interni, nonostante la fine della guerra civile, e’ stato firmato un accordo di pace tra governo e ex ribelli Renamo, oggi principale partito di opposizione.
Questa visita portera’ anche la forza di un nuovo futuro?
Qualche giorno fa, rivolgendosi ai fedeli del Mozambico con un videomessaggio, Francesco esprimeva la convinzione che “l’unica speranza per una pace solida e duratura” in tutta l’Africa e’ la “riconciliazione fraterna”.

E questa convinzione deve essere presa come la bussola dell’intero suo viaggio che durera’ sei giorni, e che oltre al Mozambico tocchera’ anche Madagascar e Mauritius.
Riconciliazione dopo la guerra civile a Maputo, riconciliazione e piu’ equa distribuzione delle ricchezze, tra ricchi e poveri, in Madagascar, riconciliazione come integrazione tra le varie etnie in Mauritius.
E ancora pace tra le religioni, e ancora tra uomo e natura, dal momento che questi tre paesi sono tra i piu’ ricchi sulla terra in fatto di risorse naturali e “vantano” paradisi paesaggistici tra i piu’ belli al mondo.
Riconciliazione, infine, con il mondo della cura e dell’assistenza di malattie come l’AIDS ( solo a Maputo si stima che il 23% della popolazione sia affetta da HIV)e Francesco lì andra’,a portare il suo messaggio, visitando l’ospedale di Zimpeto.

Io conosco il Mozambico degli anni del Frelimo, perche’ li’ sono rimasta per 2 anni, negli anni ’80 insieme a un gruppo di amici cooperatori “trabagliadores” che costruivano strade nella savana, e ricordo bene, quando, tra il 1988 e il 1989 Papa Woytila si reco’ negli stessi tre paesi che saranno toccati dall’itinerario bergogliano.
Erano quelli gli anni in cui infuriava la guerra civile, fu proprio Giovanni Paolo II a dare il la’ al processo di pace che sarebbe approdato, quattro anni dopo, nella sede di Sant’Egidio a Roma, alla pace firmata con la mediazione del Movimento fondato da Andrea Riccardi.
Ci auguriamo tutti che questo viaggio di Francesco possa diventare veramente “dar voce al canto dell’Africa”, permettendo di incontrare la comunita’ cattolica e con essa, di essere una conferma della testimonianza del Vangelo che ineggia all’incontro tra gli uomini e insegna la dignita’ a ogni donna e a ogni uomo, e chiede di aprire il nostro cuore agli altri, specialmente ai poveri e ai bisognosi.

E, infine, sara’ guardare con occhi diversi i profondi occhi neri di questi bimbi, e soprattutto dei giovani africani, quasi a ribadire che il futuro di pace dell’Africa e’ tutto nelle loro mani.

E da quelle mani, e con quello sguardo occorre ripartire, e salire al cielo come il canto dell’Africa!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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