Il Governatore della Banca di Finlandia, Olli Rehn, uno dei ‘falchi’ del consiglio direttivo della Bce, gioca d’anticipo e fa sapere che l’istituto di Francoforte potrebbe riprendere in mano il bazooka fin dalla prossima riunione del 12 settembre, varando un piano di stimoli molto più sostanzioso di quello atteso dai mercati.

Mario Draghi il mese scorso aveva sorpreso tutti, annunciando drastiche misure e lasciando intendere che un taglio dei tassi e il riavvio del piano di acquisti sarebbero stati pronti per ottobre. Rehn è andato oltre, annunciando che molto probabilmente queste misure arriveranno già a settembre. La mossa, spiega Rehn, ha una ragione precisa: “Quando lavori con i mercati finanziari spesso e’ meglio superare le aspettative e disporre di un pacchetto molto forte di misure politiche piuttosto che mancare il bersaglio”.

Tra fine luglio e agosto è successo che i timori di recessione sono cresciuti, estendendosi a macchia di leopardo in tutto il globo e in Europa in particolare: l’economia tedesca ha registrato una piccola ma significativa contrazione nel secondo trimestre, Italia e Francia sono praticamente ferme, le tensioni commerciali tra Usa e Cina sono salite, le valute dei Paesi emergenti sono entrate in sofferenza, costringendo diverse banche centrali alla periferia del mondo a tagliare i tassi, la curva dei rendimenti negli Usa si è invertita. Insomma, si sono accese molte spie rosse, a segnalare che i malesseri dell’economia globale si sono intensificati. Ecco perchè la Bce ha deciso che non vuole perdere tempo. Ma cosa farà l’istituto di Francoforte tra meno di un mese?

La BCE, parla dei Bazooka ma sarà difficile dire con esattezza cosa tirerà fuori dal cappello a settembre. Le misure allo studio sono diverse e sicuramente quelle di maggiore impatto sui mercati riguarderanno i nuovi tagli dei tassi di interesse e l’avvio di un Qe2, cioè un nuovo programma di acquisto titoli, che farebbe seguito al Qe1 ritirato alla fine dello scorso anno. Secondo il Wall Street Journal il Qe2 potrebbe essere di 50 miliardi di euro al mese e potrebbe riguardare anche l’acquisto di nuove attività, oltre ai titoli di Stato e ai corporate. Quanto al taglio dei tassi, l’ipotesi è che il tasso di rifinanziamento, cioè il principale, attualmente a zero, potrebbe essere tagliato di 10 punti base, mentre il tasso sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, che è negativo a -0,40% potrebbe essere ridotto di 10 o anche 20 punti base.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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