GRASSI
Il Regno Unito ha lanciato da decenni una crociata per quella che viene ritenuta un’alimentazione corretta, al punto che l’anno scorso è stata introdotta l’etichettatura nutrizionale basata sui semafori che indicano con il rosso gli alimenti conalti contenuti di zuccheri e grassi saturi, tra cui prodotti del made in Italy come olio, formaggi e dolci. Ora, però, uno studio britannico dell’Università West of Scotland di Hamilton ha rimesso in discussione i presupposti scientifici di quella crociata e ha avuto grande eco sui media britannici.

La ricerca del team guidato da Zoe Harcombe, pubblicata sulla rivista scientifica Open Heart, sostiene che la condanna dei grassi saturi, risalente agli anni ’70 e ’80, “ha una bassa qualità scientifica e contiene seri rischi di tesi prevenute”. Per lo studio le linee guida dei decenni passati si fondavano infatti su una serie di principi mai dimostrati veramente che hanno alimentato una certa “isteria” contro i grassi di una parte del mondo scientifico.

L’articolo è stato subito rilanciato dai giornali inglesi. Il Guardian ha titolato “I grassi non sono la radice di tutti i mali” ; nel pezzo si ricorda che la dieta mediterranea è considerata ottimale e si invita a non criminalizzare i singoli ingredienti, ma a guardare a una dieta nel suo insieme. Del resto il semaforo in etichetta ha il paradosso di “bloccare” alimenti come l’olio extravergine di oliva e di lasciar passare le bevande gassate senza zucchero.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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