Questo non è caldo, è un dramma. Le temperature altissime degli ultimi giorni stanno causando una serie di danni che sembrano non avere fine.

Per esempio, in Lombardia, è salito a tal punto il livello di ozono nell’aria da superare la soglia di allerta e in alcune città (come in provincia di Varese, e in alcune zone delle province di Monza, Como, Lecco e Milano) anche la soglia di allarme, ovvero i 240 microgrammi per metro cubo.

Naturalmente, un’effetto collaterale del caldo è anche la necessità di far funzionare i condizionatori, con conseguente aumento della domanda di elettricità in tutta Italia. I consumi di elettricità sono saliti sopra i 55.000 Mw ora, un livello decisamente più alto rispetto alle previsioni ma comunque molto lontano dal picco storico fatto segnare nel luglio 2015, di circa 60.500 Megawatt.

Ma non sono solo le persone a patire il caldo; il settore agricolo della nostra Penisola è infatti in ginocchio. Basta guardare la situazione all’interno delle stalle marchigiane, con il caldo che aumenta lo stress per gli animali e porta ad un ulteriore calo di produzione di latte e formaggi.

L’allarme arriva dalla Coldiretti. La produzione del latte continua a scendere (-30%), mentre il caldo assedia anche gli ovili, dove il crollo ha raggiunto picchi perfino del 50%; i pastori sono stati costretti a smettere di mungere due mesi prima del normale. Le temperature elevate hanno portato poi alla mancanza di fieno fresco, “bruciato” fino al 50% dei foraggi per l’alimentazione degli animali.

Gli allevatori hanno difficoltà anche a garantire l’acqua per dissetare gli animali.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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