E’ tutto prontissimo, a Bologna, per la partenza del Giro ciclistico d’Italia numero 102; le “armi” dei contendenti sono ormai nelle mani dei meccanici per le ultime verifiche, così come i muscoli dei pedalatori ricevono le cure di massaggiatori e fisioterapisti per affrontare al meglio le tre settimane di gara che li attendono, con pianure, salite e discese che dovranno affrontare a tutta per conquistare l’ambita maglia rosa sul podio finale di Verona.

Ventidue saranno le squadre al via, ciascuna formata da otto corridori, per un totale di 176 concorrenti, un numero importante, ma come ormai da tempo ridotto rispetto a qualche stagione fa, onde limitare, per quanto possibile, pericoli di cadute che in un gruppo numerosissimo sono purtroppo all’ordine del giorno.

Dunque sarà Bologna a dare il via alla corsa rosa con la bella crono che porterà gli atleti a San Luca, dopo otto chilometri velocissimi, per la prima parte, ed assai difficili nell’ultimo tratto quando ci sarà da scalare la bellissima erta che porta in cima alla collina bolognese, due chilometri con pendenza media del 10% circa; da Bologna poi il percorso si dipanerà per mezza Italia con tappe che scaleranno alcune tra le cime che hanno fatto la storia del ciclismo ed altre solo apparentemente facili, perché ormai abbiamo imparato che anche in pianura può succedere la fuga che cambia completamente le sorti di una corsa pur lunghissima.

Come sempre sarà un vero bagno di folla, perché il Giro, ma direi il ciclismo in generale, è una calamita affascinante per il pubblico, al di là delle vicende non certo positive che spesso accompagnano questo sport di fatica estrema; probabilmente però la gente mette al primo piano proprio la fatica di chi gareggia, perdonando magari anche la “tentazione” di primeggiare in modo illecito.

Lo spettacolo però è di quelli coinvolgenti, i campioni e le loro imprese trascinanti, la fatica dei contendenti così palese che quasi prende vita e forma, perché altrimenti come sarebbe spiegabile ci sia gente che arriva nei tratti più belli delle corse (tutte, dalle classiche a quelle a tappe) con ogni mezzo ed anche con diversi giorni di anticipo per conquistare un fazzoletto di terra che permetta di essere in prima fila per quei pochi secondi che accompagnano il passaggio dei corridori? 

Certo ci sono gli “indisciplinati”, coloro che mettono a rischio chi corre e purtroppo, a volte, ne compromettono addirittura la gara, se non la carriera, come successo a Nibali nell’ultima edizione del Tour de France; ma lo spettacolo della gente è affascinante ed aggiunge colore ai colori magnifici della corsa, dei corridori.

Ciò detto a chi assegnare i favori del pronostico tra i contendenti? Partiamo ovviamente dal campione di casa, Vincenzo Nibali, che dopo i successi del 2013 e 2016 tenta il tris; a 34 anni, lo “Squalo dello Stretto” è certamente un corridore completo, uno, se non l’unico in questo momento, in grado di vincere qualsiasi gara, a tappe o di un solo giorno, durante tutto l’arco dell’anno. Altri hanno vinto di più di Vincenzo, considerando Giro e Tour, ma chissà …. se davvero lo hanno fatto affrontando tutti ad armi pari o se invece un giorno ci ritroveremo a “scoprire” che i tanti sussurri e smentite diventano brutte realtà.

Chi invece pare avere i maggiori favori del pronostico è Primoz Roglic; lo sloveno della Jumbo-Visma ha già vinto, in stagione, l’UAE Tour e la Tirreno Adriatico ed è reduce dal primo posto al Giro di Romandia, letteralmente dominato. Va forte su tutti i terreni, a cronometro ed in salita, ed è caricatissimo ed in formissima, forse anche troppo quando ci sono tre settimane e migliaia di chilometri da percorrere in lungo ed in alto!!!

Sullo stesso piano dei primi due contendenti, come non citare l’olandese Tom Dumoulin, della Sunweb, uno che nelle ultime due edizione del Giro ha prima vinto e poi si è dovuto piegare solo al Froome capace di una fuga di novanta chilometri, in montagna, nei giorni finali? La “farfalla di Maastricht” è anche lui un corridore completo, capace di andare forte su ogni percorso, sia esso quando si lotta contro il tempo, che sulle salite più impervie, inoltre è uno che non si arrende mai e certamente dirà la sua per la vittoria finale.

Anche da Simon Yates, Mitchelton-Scott, ci si attendono grandi cose dopo i tredici giorni trascorsi in maglia rosa nel 2018, quando solo le tre ultime difficilissime tappe di montagna lo videro naufragare dopo due settimane brillantissime in cui diede l’impressione che, una maggior saggezza tattica ed esperienza in corse così lunghe, potrebbero valergli grande vittorie in futuro; lui dice di aver imparato, ed anche se non sarà più una sorpresa, potrebbe anche lui giocarsela fino alla fine, sempre se anche nelle cronometro avrà saputo migliorarsi.

Per finire la carrellata dedicata ai favoriti, citerei come tutti in questi giorni (mica c’è da scoprire l’acqua calda!), Miguel Angel Lopez, dell’Astana, cioè il capitano di una delle formazioni migliori e più vincenti dall’inizio di stagione; a 25 anni, il colombiano deve giustamente essere tenuto in considerazione, visti anche i terzi posti di Giro e Vuelta nel 2018, con l’aggiunta di correre in una formazione davvero forte e completa, il che è essenziale per arrivare alla fine da vincitore.

Chi rimane ancora da tenere in considerazione per i piazzamenti anche molto vicini al podio? I nomi sono sempre i soliti, Jungels, Landa, Majka, ed il rammarico per non vedere al via l’eterno Valverde e la novità Egan Bernal, fratturatosi la clavicola pochi giorni or sono; il ventiduenne colombiano sarebbe stato il capitano della Ineos-Sky, dopo il forfait dell’ultima maglia rosa Froome e del vincitore del Tour Thomas, ma sarà per un’altra volta, come ad una prossima occasione bisogna rinviare il debutto di Peter Sagan e di due che hanno spesso lasciato la loro impronta come i francesi Bardet e pinot.

Al di là degli assenti, che più o meno hanno sempre torto, sono però certo che lo spettacolo sarà incerto ed affascinante sino all’ultimo metro di strada e la gente non potrà che continuare a seguire ed amare il ciclismo con la passione che tanta fatica merita.

Per lunghi anni abbiamo visto vincere il grande Marco Pantani scomparso tragicamente in un Albergo di Rimini dove le indagini non hanno ancora portato alla luce la vera verita’.
Domani all’inaugurazione del Giro D’Italia sara’ presentato un libro sulla vita del Pirata romagnolo.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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