Gli italiani sono un popolo di sportivi. Agli italiani piace vedere e praticare sport, ormai è risaputo. Lo sport è sinonimo di uguaglianza sociale e anche riscatto sociale. E’ il metro con il quale misuriamo i nostri successi, ma anche i nostri fallimenti. E’, semplicemente, la metafora della vita per tutto il mondo, ma per noi italiani lo è un po’ più degli altri! A capo di questo grande movimento c’è il Presidente del Coni Giovanni Malagò (classe 1959), da Roma. Imprenditore, dirigente sportivo ed ex atleta, è stato eletto alla guida del Comitato Olimpico Nazionale Italiano nel 2013 e recentemente riconfermato numero uno per il prossimo quadriennio.

Presidente, secondo lei, si continua a dare la giusta considerazione allo sport in Italia?
‘Lo sport è una delle eccellenze del Paese. A dirlo sono i numeri e i riscontri. Vantiamo una tradizione fondata su campioni e interpreti di spessore che molti ci invidiano, una scuola tecnica che ci ha permesso di scrivere pagine memorabili di storia. La nostra mission consiste nella promozione del movimento come strumento di crescita assoluto. Lo sport va esaltato non solo per i risultati conseguiti ma anche e soprattutto la straordinaria valenza sociale e formativa, oltre che per gli aspetti benefici che sa garantire’

Possiamo essere soddisfatti, come italiani, dei risultati raggiunti dalle nostre nazionali, negli ultimi anni?
‘Ai Giochi Olimpici siamo sempre nella top ten del medagliere e non è un dettaglio, considerando la crescita esponenziale della concorrenza. Inoltre siamo tra i pochi Paesi capaci di vincere in diverse discipline, grazie all’impegno delle Federazioni e di tutte le altre realtà. Il nostro mondo contempla oltre 380 discipline e circa 146 mila società, è un modello di riferimento a livello internazionale. Ci sono luci e anche ovviamente zone d’ombra ma siamo orgogliosi di quanto fatto quotidianamente per migliorarci, garantendo un proficuo ricambio generazionale e continuando a rappresentare uno dei volti vincenti dell’Italia nel mondo.’

Cosa dovrebbe cambiare per migliorare ulteriormente il nostro movimento sportivo?
‘E’ fondamentale lavorare sulla mentalità, radicare una nuova cultura che possa garantire un modello di riferimento per le nuove generazioni. Credo che negli ultimi anni si sia lavorato in profondità per far comprendere l’importanza del nostro movimento: l’incremento del trend legato alla pratica motoria ne è un esempio significativo. I dati recentemente ufficializzati dall’Istat rivelano che la percentuale di praticanti sportivi è cresciuta di un punto e mezzo nell’ultimo anno e di 4,2 punti tra il 2013 e il 2016. Mai in Italia erano stati raggiunti livelli di pratica motoria così alti. Alla luce di questi numeri diventa importante implementare i contenuti della sinergia con il mondo della scuola per raggiungere traguardi ancora più ambiziosi.’

Quale dovrebbe essere, secondo lei, la ricetta giusta per ritornare a essere grandi a livello mondiale, ritornare a essere competitivi a livello sportivo?
‘Chi si impegna per lo sport, chi lo diffonde, aiuta l’intero Paese. Mutuo le illuminanti parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ci ha onorato con la prima storica visita di un Presidente della Repubblica al CONI, per rappresentare la rilevanza del nostro mondo, leva di grande efficacia sul piano sociale, culturale, educativo. Può essere un traino per garantire il rilancio e lo sviluppo dell’Italia. Lo sostengo dal giorno del mio insediamento: il nostro mondo va oltre, non è solo spettacolo e confronto, formazione e benessere. E’ una formidabile occasione di crescita, offre prospettive occupazionali anche grazie alle nuove figure professionali, alla crescente incidenza, nella quotidianità ,dei molteplici aspetti che lo caratterizzano. Coinvolge e va coinvolto.’

Come giudica la sua esperienza da Presidente del CONI fino a questo momento?
‘Sicuramente positiva e non parlo solo di risultati agonistici. Nel primo quadriennio sono stati raggiunti obiettivi importanti: penso alla riforma della giustizia sportiva, alla credibilità raggiunta a livello antidoping in virtù della terzietà attribuita alla nuova struttura Nado Italia, e alle attività realizzate in ogni ambito in linea con il programma, fino agli interventi pianificati grazie alle risorse stanziate dal Governo attraverso il progetto “Sport e Periferie”. Sono orgoglioso della crescita esponenziale dei numeri relativi alla pratica motoria e di tutte le altre iniziative intraprese, anche di concerto con gli altri attori istituzionali, attraverso un percorso all’insegna di collegialità e condivisione. Fare squadra è il modo migliore per vincere anche le partite più difficili.’

A Cura di Nicola Luccarelli – Foto Marco Iorio Roma

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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