Quando finirà? Quante volte ci siamo fatti questa domanda e quante volte l’abbiamo sentita fare in queste ultime settimane, da quando cioè ci siamo trovati di fronte ad un problema che decisamente non ci aspettavamo e davanti al quale ci siamo trovati impreparati?

Svegliarsi una mattina con un po’ di tosse e qualche linea di febbre è il nostro incubo, perché avremmo di fronte l’ignoto e non sapremmo cosa fare se non rivolgerci al nostro medico o al 118, anche perché gli ospedali sono saturi ben oltre il limite e presentarsi ad un pronto soccorso potrebbe voler dire vedersi trattati in malo modo o, nei primi tempi della pandemia, peggiorare le cose.

Ma oggi non è solo il Covid-19 a preoccupare, anche perché prima o poi (speriamo il più presto possibile) un rimedio lo si troverà, oggi a preoccupare è l’economia, è il lavoro, è la situazione di tante famiglie che non sanno quale sarà il loro futuro, perché chi più chi meno, ogni settore del mondo economico è nella morsa di un nemico subdolo, ben differente da una crisi bancaria o industriale.

Ci eravamo adattati, magari mal volentieri, ad una globalizzazione che ci avevano raccontato ormai soluzione ineluttabile alle economie di tutto il mondo, e adesso? Torneremo indietro di trent’anni ed a dover rivedere tutto daccapo? E saremo capaci di “accontentarci” di un tenore di vita che contempli più umanità e meno corsa al consumismo? Perché a guardarci intorno si direbbe che, potendoselo permettere o meno, un po’ tutti siamo stati presi dall’ansia di spendere, anche i soldi che non abbiamo, ed a conferma di ciò basta guardarsi intorno, magari notare come imperi l’ultimo modello di cellulare, che costa un patrimonio, anche a mantenerlo!

In realtà volevo raccontarvi una storia, quella di una famiglia come tante, di gente che lavora con dedizione ed energia, che dopo qualche decennio di attività imprenditoriale nella produzione di ottimi vini, ha deciso di prendere in gestione un albergo ristorante, in decadenza e sull’orlo della chiusura, per riportarlo ai fasti dei primi anni di attività.

Siamo a Cantalupa, paesino di poco più di 2.600 abitanti; pochi chilometri da Pinerolo, qualche decina da Torino, da cui arrivate con l’autostrada in mezz’ora circa; siamo a 400 metri sul livello del mare, alle prime propaggini delle montagne olimpiche, clima ottimo, bel paesaggio (Cantalupa forma con Frossasco e Roletto la Val Noce, dall’omonimo torrente che la bagna), gente per bene, insomma tutto quello che ci vuole per stare bene…

L’albergo-Ristorante “Tre denti” è stato aperto all’inizio del nuovo secolo ed è da sempre meta di turisti ma soprattutto degli sportivi che fruiscono degli impianti che la giunta Comunale, guidata si può dire “da sempre” dal Sindaco Giustino Bello, ha saputo allestire; due campi da calcio (uno in sintetico) un palazzetto, un campo per l’atletica e l’impianto per il tiro con l’arco, sport di cui a Cantalupa sorge un Centro Federale.

Il Tre Denti, è gestito dal 2015 dalla famiglia Dora, e con loro alla guida è “rifiorito”; tiro con l’arco, ma anche tanto calcio (le giovanile del Torino in ritiro estivo, alcune compagini di B ed altre categorie, l’Academy della Juventus), atletica, rugby e chi più ne ha ne metta, oltre come detto a turisti italiani e stranieri, e simposi (anche religiosi), incontri, occasioni conviviali, favoriti anche dall’ottima cucina del ristorante.

Conoscendo bene tutta la famiglia e non mancando occasione per fare un salto a trovarli, avevo pensato di andare a far loro visita per conoscere la situazione in questo periodo di Coronavirus, ma ho dovuto limitarmi ad una telefonata, anche perché sarò pure un giornalista al lavoro, ma prendersi magari una denuncia non è mai cosa gradita.

Così ho parlato con Paolo, che insieme al fratello Silvano gestisce appunto l’albergo, ed è anche Assessore al Comune di Frossasco (dove la famiglia Dora risiede), allargando il discorso anche alle iniziative prese in ambito pandemico.
“Fino al fine settimana del 22/23 febbraio la situazione era normale; proprio il 22 era terminata le settimana in cui abbiamo ospitato dei ragazzi statunitensi dello Juventus Academy ed è arrivata una comitiva di turisti abruzzesi, per visitare Torino e dintorni; il mattino della domenica il capo comitiva ci informava che dopo pranzo sarebbero rientrati loro malgrado in Abruzzo, dato che a Torino i Musei erano chiusi e da casa tutti avevano ricevuto messaggi alquanto preoccupati per il peggiorare della situazione, soprattutto proprio al Nord”.

“Da quel giorno è stato tutto un susseguirsi di prenotazioni disdette, a cominciare proprio dalla Juventus, che interrompeva le visite dei ragazzi statunitensi, per proseguire con le tante comitive e gli sportivi che da lì a giugno sarebbero stati ospiti dell’albergo; rimanevano così nella struttura i ragazzi della Nazionale giovanile di tiro con l’arco, che risiedono in albergo e frequentano le scuole a Pinerolo, oltre agli operai di aziende che per lo più lavorano alla manutenzione di strade ed autostrade”.

“Stante così la situazione si è dovuto ricorrere alla Cassa Integrazione, a rotazione e per meno personale possibile tra la quindicina di persone che fanno parte dello staff dell’albergo; ovviamente la decisione è stata presa con grande rammarico, perché tocca pesantemente ogni famiglia coinvolta, ma non era possibile fare diversamente”.

“Per quanto riguarda il Comune di Frossasco, abbiamo cercato di informare al meglio la cittadinanza, provvedendo anche ad istituire servizi che supportino le persone anziane, oltre all’invitare tutti a seguire le direttive di comportamento”.
Questo era quanto succedeva circa tre settimane fa e, prima di mettermi a scrivere ho risentito Paolo per un aggiornamento della situazione; oggi il Tre denti è chiuso, da una settimana, perché i ragazzi del tiro con l’arco, a seguito della decisione di sospendere ogni attività (allenamenti compresi) sino al 30 giugno e di fronte alla possibilità di scegliere, hanno deciso di tornare nei rispettivi luoghi di residenza e d’altra parte bisogna sempre considerare che si tratta di ragazzi giovanissimi e distanti da casa e dagli affetti familiari.

Situazione quindi in divenire, come succede per tutti, e con tutte le difficoltà del caso, con la prevenzione ed il seguire le disposizioni che sono il solo modo per evitare ulteriori e peggiori conseguenze, anche se c’è sempre chi ancora non ha capito o fa finta di non capire e deciso di vivere come se nulla fosse, mettendo a rischio se stesso (e chi se ne frega) ma soprattutto gli altri.

E’ difficile, molto, moltissimo, ma bisogna tenere duro, con forza e coraggio, perché ci sia il prima possibile un domani, speriamo migliore, o quantomeno in cui ci sia maggiore consapevolezza e si ritrovi un po’ dell’umanità persa.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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