Sarà l’effetto Cellino, ma da quando l’imprenditore sardo è divenuto proprietario del Brescia (10 agosto 2017), le Rondinelle paiono trasformate, perché oltre ad aver costruito il nuovo centro sportivo e provveduto alla ristrutturazione dello stadio Rigamonti, la formazione bresciana è passata dal 15 posto della stagione 2017/18 al primo posto di quella passata, tornando in Serie A dopo la retrocessione nel 2011, e senza contare la retrocessione in C del 2015, evitata grazie ad un ripescaggio per completamento degli organici della cadetteria.

Assestamento e miglioramento della rosa velocissimi dunque a Brescia, con anche il passaggio della panchina da Suazo a Corini dopo appena tre giornate dello scorso campionato, che ha portato quella scossa necessaria per finire con un primo posto tutt’altro scontato nei pronostici estivi, dove il Brescia era nel novero delle formazioni non di rima fascia, ma comunque in grado di raggiungere i play off.

Invece è addirittura arrivata la promozione e da lì si è deciso di ripartire, confermando Eugenio Corini in panchina e tutti i migliori calciatori, a partire dal giovane Tonali che in più d’una hanno tentato di concupire, senza esito, visto che Cellino è stato irremovibile e lo stesso centrocampista ha preferito (compirà vent’anni il prossimo 8 maggio) rimanere in un ambiente dove è cresciuto e si sente di poter crescere senza che gli si carichino sulle spalle grosse responsabilità.

Insieme a Tonali, sono rimasti anche il bomber Donnarumma, Torregrossa (che però si è infortunato piuttosto gravemente), Desena, Morosini, e con loro si è ritenuto di provvedere ad acquisti che avessero esperienza e caratteristiche tali da ben sposarsi con il gioco della squadra ed entrare senza scossoni nello sogliatoio; così è arrivato Romulo (87), Matri(84), il portiere nazionale finlandese Joronen (93), il difensore Chancellor (92), oltre al giovane e promettente attaccante Ayè (97).

Nel mezzo di queste operazioni, è poi arrivata un’autentica “chicca” per una formazione come il Brescia, ovvero Mario Balotelli, svincolato, che vicino a Brescia è cresciuto, anche se mai aveva vestito la maglia delle Rondinelle.

L’arrivo di Mario, che a causa di una squalifica nell’ultima giornata dello scorso campionato francese, potrà giocare solo a partire della quinta giornata, quando a Brescia arriverà la Juventus, ha evidentemente causato grandissimo fermento in città, in tutto l’ambiente e nella tifoseria che si aspetta grandi cose dalla punta, che in carriera ha dato molto meno di quello che le sue doti gli avrebbero consentito; proprio questa è la grande scommessa , perché la squadra si è innegabilmente rafforzata, ma molte delle possibilità di salvezza passano dal rendimento di Balotelli.

Dire come potrà andare, beh, è come prevedere quanto durerà il governo, o forse è pure più difficile, perché la testa è il punto debole di Balotelli e proprio a seconda di cosa gli passerà dentro potrebbe dipendere la stagione del Brescia; oggi ci sta tutto dal retrocedere immediatamente al giocare una stagione da “sorpresa” che può togliersi belle soddisfazioni, anche perchè l’umore dell’intera rosa potrebbe cambiare positivamente o meno.

Nelle prime due giornate, entrambe disputate fuori casa, il Brescia ha fatto più che bene, vincendo sul difficile campo del Cagliari e cedendo di misura in casa del Milan, non senza essersela giocata sino alla fine e creando non pochi patemi ai rossoneri; segno questo che i ragazzi sono carichi, hanno lavorato bene in ritiro e sono consapevoli che presto potrebbero davvero avere nel loro arco, un’arma che può essere micidiale.

Sarà l’anno del Brescia? A Balotelli l’ardua risposta, ben sapendo che ci potranno essere dei normali alti e bassi, ma sarebbe già sufficiente lasciare le “mattane” nel cassetto perché il 2019/20 sia per le Rondinelle un anno probabilmente molto speciale.

Il Direttore responsabile Vigliani Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui