Seduta sospesa nell'Aula della Camera dove deputati del M5S durante il question time in diretta televisiva (rispondeva il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti) hanno esposto cartelli sotto il banco della presidenza ed a quelli del governo con la scritta "#si tengono il privilegio". +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Qualcuno aveva dei dubbi? Io no, tanto che ho dovuto riflettere se scrivere o meno questo articolo, tanto il finale della vicenda era scontato.
Di cosa sto parlando? Ovviamente della legge proposta in Parlamento per l’abolizione dei vitalizi, un provvedimento che a parole anelano tutti, ma che di fatto, stranamente, alla fine non si concretizza mai.

Questa volta la delusione è grande perchè due coalizioni, tra cui il movimento 5 stelle e Lega avevano lanciato la proposta che sembrava essere accolta dal PD che poi si è “affannosamente tirato indietro”; questo quanto sostengono i due partiti accusatori che giurano di mandare a casa un governo incapace di rinunciare ai propri privilegi, ma piuttosto bravo nel togliere quelli altrui.

Questa materia legislativa è da sempre stata una delle più problematiche perchè se ci pensate, provate a mettervi nei loro panni; chi di noi approverebbe una legge che ci toglierebbe dei soldi per la vita? Pochi, credo.
Eppure è assolutamente la cosa giusta da fare perchè è inammissibile che un lavoratore che per tutta la vita ha faticato molto più dei parlamentari faccia fatica ad arrivare a pensioni a 4 cifre e che invece i politici che occupano poltrone in aula anche solo per 10 minuti della loro giornata, godano di questo privilegio.
Chiaramente è un pò un’esagerazione la mia, ma nemmeno troppo.

La legge non passata, non l’unica ovviamente, ma certamente la più chiacchierata, applicava il metodo contributivo ai vitalizi degli ex parlamentari. Avevano votato a favore 348 deputati, 17 contrari, 28 astenuti. Il provvedimento era poi passato all’esame del Senato.
Il funzionamento della norma è il seguente: con la riforma dei Regolamenti interni delle Camere del 2012, l’assegno vitalizio di deputati e di senatori è stato abolito e al suo posto è stato istituito un sistema di tipo previdenziale. Tuttavia, i parlamentari cessati dal mandato prima del 2012 hanno continuato a percepire gli assegni vitalizi pre-riforma e a coloro che hanno esercitato un mandato prima di tale data, e che sono stati poi rieletti, viene applicato un sistema pro-rata, ossia basato in parte sulla quota di assegni vitalizi effettivamente maturata al 31 dicembre 2011 e in parte sulla quota calcolata con il nuovo sistema contributivo. I neo deputati, ossia quelli eletti la prima volta dopo la riforma, hanno invece diritto a una pensione interamente calcolata con tale sistema contributivo, che però ha regole differenti rispetto a quelle in vigore per i lavoratori dipendenti.

Con la proposta Richetti, che però non è passata sarebbero cambiate diverse cose: per la prima volta si sarebbe intervenuti con legge su una materia da sempre disciplinata dai Regolamenti interni agli organi parlamentari; inoltre il trattamento previdenziale dei parlamentari viene completamente equiparato a quello dei lavoratori dipendenti e viene applicato anche ai parlamentari il limite dei sessantacinque anni per l’erogazione del trattamento previdenziale, eliminando la possibilità di diminuire tale limite per ogni anno di legislatura ulteriore ai cinque prescritti, fino al massimo dei sessanta anni, come accade oggi; il nuovo sistema viene applicato anche ai trattamenti previdenziali in essere, compresi i vitalizi attualmente percepiti che vengono definitivamente aboliti e ricalcolati secondo il nuovo sistema contributivo.
Non solo:le nuove norme si sarebbero estese anche ai consiglieri regionali; viene istituita una gestione separata Inps in cui finiscono le risorse destinate alle pensioni dei parlamentari con ammessa la reversibilità della pensione ai superstiti con le stesse regole che valgono per tutti i cittadini.

Il provvedimento era passato alla Camera, ma poi come prevedibile, nel momento decisivo, ossia quando sarebbe dovuto arrivare anche l’OK del senato, è arrivata invece la brusca frenata che ha confermato quanto purtroppo chi ci rappresenta sia molto legato ai soldi e poco ai problemi veri dell’Italia.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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