Facebook crolla a Wall Street per lo scandalo Cambridge Analytica: il titolo del gigante dei social media è arrivato a perdere oltre il 7% sulla scia delle rivelazioni su Cambridge Analytica, una società che avrebbe aiutato, sfruttando i dati di oltre 50 milioni di utenti Facebook, il presidente Donald Trump durante le elezioni del 2016 e favorito, in Gran Bretagna, la campagna pro Brexit.

Pare che i dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook siano stati filtrati dalla società di consulenza britannica, e che siano stati utilizzati per tracciare profili di elettori a scopo di propaganda sia negli Usa sia nel Regno Unito, in particolare a favore dell’attuale presidente degli Stati Uniti.

Algoritmi e “super” fake news per “cambiare la percezione” degli utenti – Un ex dipendente di Cambridge Analytica, Chris Wylie, ha raccontato che quell’azienda utilizzava algoritmi che creavano fake news “ad alto livello” sfruttando in modo inappropriato dati ottenuti tramite Facebook. L’operazione consisteva nell’usare dati personali allo scopo di creare informazioni che cambiassero le percezioni dei potenziali elettori. L’azienda, racconta ancora l’ex dipendente, manovrava le informazioni in modo da catturare ogni canale intorno alle persone per circondarle con una serie di notizie create ad hoc, in modo da modificare le loro impressioni riguardo alla realtà.

In un’intervista alla Nbc Wylie dice che lo scopo di Cambridge Analytica era quello di “esplorare le vulnerabilità mentali delle persone”. Mentre Wylie ha precisato di non conoscere l’entità dell’utilizzo di queste tecniche nella campagna di Trump, ha detto che l’ex manager della campagna del presidente Corey Lewandowski si mise in contatto con Cambridge Analytica nel 2015, prima ancora che Trump annunciasse la sua corsa per la Casa Bianca.

Bufera su Zuckerberg – E adesso Washington e Londra chiedono risponde a Marc Zuckerberg: cosa sapeva esattamente l’amministratore delegato di Facebook di questo furto di dati? Il social network infatti ha oscurato Cambridge Analytica soltanto venerdì, tre anni dopo aver scoperto che infrangeva le regole acquistando illegalmente i dati raccolti dall’app “thisisyourdigitallife”. I vertici di Facebook dicono che non è stato un furto e il dirigente Andrew Bosworth spiega che “la gente decide di condividere i dati con app e se queste app non rispettano gli accordi con noi e con gli utenti è una violazione”.

“Non sono una spia, pronto a parlare” – “Non sono una spia e sono pronto a parlare con l’Fbi e davanti al Congresso americano”. Lo afferma Aleksandr Kogan, l’accademico che attraverso l’app ‘thisisyourdigitallife’ ha raccolto le informazioni provocando lo scandalo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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