Alla vigilia sembrava potesse essere giunta l’ora di vedere il Napoli solo al comando dato che la non troppo convincente Juve era attesa dal derby, mentre i partenopei affrontavano in trasferta una Spal bella ma non poi così solida.

Effettivamente il Napoli usciva dal Mazza di Ferrara con i tre punti in tasca, ma dopo una lotta ben più dura di quanto atteso e con un nuovo infortunio di Milik, cui evidentemente l’Italia porta tutt’altro che fortuna; gli uomini di Sarri faticavano oltre le fatidiche sette camicie, ma quota diciotto era acquisita e non restava che sedersi in poltrona e verificare se la Juve fosse davvero in difficoltà da potersi godere il primato solitario.
In realtà di derby non si è vista l’ombra, dato che Sinisa il “Terribile” ha mandato in campo un vitello scornato, con l’unico “bergamasco senza grinta” sotto la doccia dopo appena venti minuti per due falli così stupidi che solo ai Sinisaboys&girls sono parsi la “solita” faccenda arbitrale.

Annotata nel primo anticipo del sabato la vittoria della Roma su di un’Udinese la cui panchina traballa parecchio, non restava che attendere la reazione dell’Inter e delle altre pretendenti la corsa scudetto, Milan in testa, con la speranza che il campionato non sia un duopolio dopo sole sei giornate su trentotto.
Il pranzo della domenica era succulento, Sampdoria e Milan promettevano spettacolo e chissà se i tanti soldi spesi potevano avere ragione dei tanti incassati visto il mercato delle due contendenti, e la roboante campagna acquisti del duo Fassone-Mirabelli!
Il campo è spesso impietoso nei suoi giudizi e lo è stato nei confronti di un Milan che a Marassi non si è visto, si è beccato due reti negli ultimi venti minuti, senza mai tirare in porta, ed è tornato a casa tra lo scorno dei doriani e ritrovandosi a sei punti dalle capoliste dopo altrettanti turni, a confermare la teoria che i soldi sono necessari, ma bisogna anche spenderli non solo per fare del fumo e vincere lo scudetto d’estate!

Tiene botta invece la Lazio, che dopo la quaterna casalinga subita contro il Napoli, passeggia sui resti del Verona-candidato-all’UEFA; Inzaghi questa volta ha sopperito anche alle assenze, ma gli scaligeri sono davvero poca cosa e chissà quanto durerà ancora Pecchia alla corte di Giulietta.
Accennato prima alla Roma che si sbarazza in un solo tempo dell’inconsistente Udinese, c’è da rilevare come sotto quota undici punti ci sia già un solco che potrebbe aver definito una divisione difficilmente sanabile, visto che l’Atalanta, è messa meglio in classifica rispetto ad un anno fa, ma è meno bella della scorsa stagione ed è impegnata in Europa (chissà fino a quando), cosa spesso deleteria per chi non ne ha l’abitudine, mentre il resto del lotto, Fiorentina compresa, non pare attrezzata per andare oltre un campionato dignitoso.

Chievo, Bologna e Cagliari dove potranno arrivare alternando prestazioni sufficienti ad altre mediocri, per non parlare delle sette formazioni che seguono da quota quattro in giù, dalla cui urna usciranno quasi certamente le retrocesse?
Il Benevento può avere tante giustificazioni circa gli infortuni, ma quanti punti possono oggettivamente ottenere i giallorossi? Ed il Verona? Siamo sempre, purtroppo, allo stesso punto, è ora di riformare il torneo e portare le formazioni a diciotto, non si ridurrà il gap con il vertice, ma magari non arriveremo a dicembre con già due retrocesse e dieci formazioni che non hanno più nulla da dire e potrebbero tranquillamente trascorrere il fine settimana in montagna o al mare, a seconda delle stagioni!
Se poi tutto si giustifica con le televisioni ed i soldi, beh teniamoci le cose come stanno, tanto avremo sempre l’allenatore che una settimana parla degli errori a favore come le solite chiacchiere da italiani e quando gli errori sono contro ha già il lamento per la causa della sconfitta pronta; così come ci sarà chi dà la colpa agli episodi se gioca bene ma perde, in fin dei conti noi dobbiamo riempire le nostre pagine ed i tifosi i forum, altrimenti che vita è?

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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