E’ iniziato con la stessa tonalità opaca della livrea, il Mondiale 2019 della Ferrari, e dopo due vittorie consecutive, sul circuito australiano di Albert Park ci si aspettava qualcosa di diverso dalle rosse di Maranello.
Di sicuro i 57 secondi rifilati dal vincitore Bottas a Vettel, finito al quarto posto, distanziato di oltre 30 secondi pure dal duo Hamilton-Verstappen (rispettivamente secondo e terzo), non possono che lasciare l’amaro in bocca non solo ai tifosi del Cavallino, anche perché la Ferrari non è mai parsa all’altezza per tutta la durata del fine settimana ed il terzo posto di Vettel in griglia di partenza, era comunque a quasi nove decimi dalla pole del solito, scatenato, Hamilton.
Ad onor del vero c’è da aggiungere che, alla fine, in casa Mercedes (e Red Bull), si esultava più del dovuto e le dichiarazioni degli uomini della casa tedesca erano quasi di stupore circa la cavalcata vittoriosa di Bottas ed Hamilton; vero o meno che sia, la freccia d’argento aveva creato qualche dubbio nei test ante mondiale, tanto da anticipare l’utilizzo di evoluzioni che avrebbero dovuto essere apportate solo tra qualche gara, così come è stato per la macchina di Verstappen e Gasly.
Viceversa, in casa Ferrari, si è preferito far lavorare il motore in modo più “tranquillo” rispetto ai test, anche perché è vero che la macchina era davvero molto veloce, ma l’affidabilità e qualche piccolo problema, hanno fatto decidere i tecnici per una soluzione meno esasperata di quelle provate.
Aggiungiamo inoltre che le gomme, in generale, hanno fornito prestazioni poco performanti, ma qui la colpa non è della Pirelli, ma dal fatto che quasi nessuno ha testato tutte e tre le tipologie di pneumatici fornite dalla casa milanese per il Gran Premio; non considerando che le variazioni del regolamento anche rispetto alle auto, avrebbe necessitato di avere una maggior conoscenza nell’utilizzo delle “scarpe” più adatte per ciascuna auto.
Indubbiamente l’Australia è la prima di ventuno gare ed ovviamente ci sono tante cose da mettere a posto, per chiunque, ed in casa Ferrari è certamente giusto il rammarico per una gara che mai ha visto protagonisti sia Vettel che il giovane Leclerc, ma chissà che la tendenza rispetto al recente passato non si sia invertita solo nelle prime battute del Mondiale, ma anche e soprattutto in un finale che in molti sperano, questa volta, vincente.
Certo, sentire Vettel lamentarsi che la macchina non andava avanti è stato frustrante, così come il distacco finale cui abbiamo già accennato, però se è vero che altri hanno già apportato modifiche significanti, e parecchio anticipate rispetto al dovuto, in casa Ferrari non guasta neppure un po’ di ottimismo, consapevoli che occorre lavorare ancora di più del solito, ma anche che la strada intrapresa sembra davvero essere quella giusta.
La concorrenza è forte, ma la Ferrari ha venti gare davanti per tornare ad essere sul gradino più alto del podio e chissà che gli errori, anche di Vettel, delle ultime stagioni, questa volta siano altri a farli; certamente la Mercedes è ancora la favorita, ma cosa succederà se Bottas continuerà ad essere più veloce del proprio compagno? E Verstappen per quanto si accontenterà di un tranquillo terzo posto o la prossima volta proverà ad attaccare facendo una delle sue solite “frittate” (purchè non a scapito di un pilota Ferrari)?
Pochi giorni ed in Bahrain arriveranno le prime risposte e c’è da giurarci che sarà lotta all’ultimo quartiere.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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