Dalla Germania è arrivata la notizia che i giocatori della nazionale di calcio tedesca hanno donato 2.5 milioni di euro per aiutare la lotta contro il coronavirus.

Il Chelsea ha messo a disposizione del servizio sanitario inglese il “Millennium Hotel” di Stanford Bridge.

Il presidente della Fiorentina Comisso ha donato di tasca propria 250mila euro e con la raccolta fondi viola “Forza e Cuore” ha già raggiunto quota 400mila euro.

Cristiano Ronaldo, pallone d’oro della Juventus, ha donato 35 posti di terapia intensiva al Portogallo, suddivisi tra l’Ospedale Santo António, ad Oporto, e l’Hospital de Santa Maria di Lisbona.

Zlatan Ibrahimovic, campione svedese del Milan, ha organizzato una raccolta di aiuti in denaro “Go Fund” e donato 100mila euro a favore del gruppo “Humanitas”. La Fifa spedirà 10 milioni di dollari all’OMS, un gesto che ci rallegra e rincuora.

E altri ancora. Grazie a tutti, veramente grazie, a nome di tutta la nostra redazione per la vostra sensibilità che forse potrà e dovrà far riflettere alcuni dirigenti del nostro calcio che continuano a litigare sulle date e/o pinzillacchere – per usare un aggettivo tanto caro al principe Antonio De Curtis in arte Totò – nelle quali iniziare gli allenamenti, il campionato, o convocare in questo delicato momento i tecnici sul terreno di gioco.

A tal proposito si dimentica la situazione che ci circonda, che riguarda tutti senza distinzioni. Soprattutto si tende a dimenticare perché è decisivo il rispetto delle regole sulla sicurezza nei posti di lavoro. È assolutamente vero che il mondo del calcio è in grande difficoltà e tutti devono fare la propria parte. Televisioni, radio, quotidiani cartacei e/o online , club, giocatori, allenatori, Federazione e Leghe.

Il presidente Gravina parla di salvare i campionati, di intervenire anche sui super stipendi, perché è emergenza per tutti. Bene, caro presidente, sono certo che giocatori ed allenatori faranno la loro parte con orgoglio, e come sempre sapranno dimostrarlo con i fatti, così come già lo stanno facendo.

Però, si ricordi che siete stati voi a mandarli in campo, comunque, senza ascoltare il loro parere o pensiero, dimenticando che dietro una maglia c’è anche un uomo, con i suoi pregi, difetti e con la propria dignità. E soprattutto con il diritto-dovere di volere star bene.

A cura del Vice direttore Ugo Vandelli – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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