Finnegan Lee Elder, uno dei due americani fermati, lascia il nucleo investigativo di via in Selci a Roma 27 luglio 2019. Il 19enne americano ha confessato l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ANSA/CLAUDIO PERI - GIUSEPPE LAMI

Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un’aggressione da parte di Cerciello quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere”.

Lo riferiscono gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone , legali di Finnegan Lee Elder, il ragazzo americano reo confesso dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Elder non ha ribadito la confessione al Gip.

Intanto la famiglia da San Francisco ha fatto sapere tramite un legale di auspicare che “la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa”. “Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi”, ha letto l’avvocato Craig Peters davanti alla casa degli Elder a San Francisco. Gli stessi genitori di Elder hanno assistito alla lettura della nota, al termine della quale il legale non ha accettato domande. “Continuiamo ad avere questa famiglia nei nostri pensieri e preghiamo per loro in questo difficile momento”, ha aggiunto il legale. Il comunicato è stato emesso dopo la visita del padre di Finnegan Elder, Ethan, a Roma, dove ha fatto visita al figlio 19enne in carcere. Gli investigatori hanno riferito che il giovane ha confessato l’accoltellamento avvenuto durante una rissa. Secondo quanto risulta da documenti del tribunale, Elder ha detto di aver creduto che uno “strano uomo” volesse strangolarlo, e di non sapere che Cerciello fosse un poliziotto in borghese.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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