Il bilancio provvisorio dei morti causati dal violento terremoto che sabato scorso ha colpito l’Ecuador conta 413 vittime.

Non si fermano le ricerche disperate dei soccorritori, che sperano di estrarre dei superstiti tra le macerie. Una persona è stata trovata viva sotto un cumulo di pietre e cemento dell’Hotel El Gato di Portoviejo, dopo tre giorni dal crollo causato dal sisma di magnitudo 7.8 della scala Richter. Una ragazza, inoltre, è stata portata in salvo, dopo essere rimasta intrappolata tra le macerie di un edificio crollato di Pedernales. Altri tre sopravvissuti sono stati soccorsi e portati in salvo dai vigili del fuoco a Manta.

Tra le persone decedute risultano due canadesi e un missionario irlandese. Il dipartimento di Stato Usa ha annunciato inoltre la morte di un americano, mentre le autorità di Bogotà hanno riferito di sette vittime colombiane. Il terremoto ha colpito sabato sera, a circa 170 chilometri a nordovest della capitale Quito ed è stato avvertito in tutto l’Ecuador, nel nord del Perù e nel sud della Colombia. Secondo il Geological Survey Usa, il sisma ha colpito a bassa profondità, a soli 27 chilometri dalla città di Muisne. L’Ecuador si trova tra due placche tettoniche in movimento e dal 1900 a oggi ha subito vari terremoti di magnitudo molto elevata: nel marzo 1987 morirono oltre mille persone.

Nel frattempo, una nuova scossa di terremoto di 6,2 gradi di magnitudo ha fatto tremare la costa settentrionale dell’Ecuador, la stessa zona messa in ginocchio dal sistema di sabato scorso.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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