Vice president of Louis Vuitton-Meot Hennessy (LVMH) Alain Chevalier (L) and president of Financiere Agache Bernard Arnault (R) pose during an extraordinary general assembly 22 September 1988 in Paris. Le vice président de Louis Vuitton-Moët Hennessy (LVMH) Alain Chevalier (G), et le président de Financière Agache Bernard Arnault (D) posent le 22 septembre 1988 à Paris lors d'une assemblée générale extraordinaire. (Photo by PIERRE GUILLAUD / AFP)

E’ morto Alain Chevalier, uno dei fondatori di LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy), numero uno dei marchi del lusso nel mondo. Lo ha annunciato l’Eliseo, che ha salutato un “uomo visionario”. “Ha messo la sua intelligenza e il suo talento al servizio della politica e dell’industria, contribuendo con la sua visione e la sua determinazione a fare della Francia il primo posto nel settore del lusso”, ha dichiarato la presidenza della Repubblica. Correva l’anno 1987 e presso l’Hotel Plaza di Parigi, Alain Chevalier e Henri Racamier annunciano le nozze e la creazione di un nuovo gruppo del lusso, LVMH: si tratta di un acronimo per Louis Vuitton Moet Hennessy, nato appunto dalla fusione tra le imprese Louis Vuitton, specializzata negli accessori di moda guidata da Racamier, e Moet Hennessy, specializzata in vini e alcolici, di cui a sua volta era patron Chevalier. Pare che i due manager pero’ non filassero d’accordo, e proprio grazie a questo fatto, diventera’ in seguito capo indiscusso Bernard Arnault e l’azienda continuera’ la sua ascesa fino ad arrivare a risultati di bilancio da capogiro: solo nel 2017, l’utile netto e’ ammontato a 5,13 miliardi di euro. Alain Chevalier ebbe il merito di portare in ‘dote’ nel matrimonio lo champagne Moet, il cognac Henessy e i profumi Dior e Givenchy. Si era cosi’ formata, appunto nel 1987, la grande azienda Louis Vuitton-Moet Hennessy (Lvmh) ma dopo appena un anno, ci fu un colpo di scena: la Financie’re Agache (holding della stella montante della finanza d’ Oltralpe, Bernard Arnault), alleata con la Guinness, il gigante inglese di bibite e liquori, riesce a rastrellare il 24% delle azioni, diventando di fatto gli azionisti di maggioranza relativa. Pur lasciando il timone ad Alain Chevalier, Arnault era diventato di fatto l’uomo forte del gruppo. Nel 1999 inizia il suo processo d’internazionalizzazione con l’acquisto di 25 marche leader. Poco dopo, la societa’ diventa leader mondiale nel lusso con un portafoglio di oltre settanta marchi di prestigio nel campo di vini e liquori, tra cui Chateau d’Yquem, Moet & Chandon, Veuve Clicquot, Krug, e Hennessy Glenmorangie e in il settore della moda con Louis Vuitton, Celine, Kenzo, Fendi, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Chaumet e Bulgari. Diventa presente anche nel campo dei media, tra cui Les Echos, Le Parisien e Radio Classique, in distribuzione con Sephora e Le Bon Marche’, e nel settore alberghiero di lusso con il palazzo Cheval Blanc Courchevel. Morto a 87 anni nella sua casa di Megeve, nell’Alta Savoia, Chevalier era considerato un ottimo manager d’azienda, con una vasta esperienza alle spalle e refrattario ai grandi riflettori.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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