Non ci sono più dubbi sull’autenticità del ‘Ritratto di signora’ di Gustav Klimt ritrovato lo scorso dicembre dal personale che eseguiva interventi di manutenzione straordinaria alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza su incarico del Comune. L’annuncio, accompagnato da applausi in sala, è stato dato questo pomeriggio a Piacenza durante una conferenza stampa della Polizia di Stato che ha dato conto degli esiti degli accertamenti tecnici disposti sul ‘Ritratto di Signora’ attribuito a Klimt.

Il dipinto era stato rubato nel 1997 alla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza ed era tra i più ricercati al mondo. Il 10 dicembre scorso, durante i lavori di ripulitura di un’edera che copriva una parete esterna della stessa Galleria, era stata scoperta un’intercapedine chiusa da uno sportello, all’interno della quale c’era un sacco con dentro il quadro. I primi rilievi avevano indicato che si trattasse dell’opera rubata e oggi arriva la conferma.

“Una notizia di importanza storica per la comunità artistica e culturale e per la Città di Piacenza”, commentano il sindaco Patrizia Barbieri e l’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi rivolgendo “un sentito ringraziamento alla Procura e ai periti, agli inquirenti e alle forze dell’ordine che in questi anni non hanno mai abbandonato le indagini”. Cronaca di un ritrovamento rocambolesco Il furto, o presunto tale, del Ritratto di signora di Gustav Klimt, venne scoperto il 22 febbraio 1997.

L’opera sparì in un uno dei tre giorni precedenti. La scoperta fu tardiva a causa di un trasloco di questa e altre nella vicina piazza Cavalli per una mostra su Klimt a Palazzo Gotico. Da subito apparvero moltissime le zone d’ombra: non fu mai chiaro se il capolavoro venne fatto uscire dal tetto (la cornice venne trovata vicino al lucernario) o se i ladri passarono dall’ingresso principale.

Le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Piacenza portarono a indagare sui custodi della galleria, la cui posizione venne però ben presto archiviata dal gip per mancanza di prove.

Nel 2016 l’inchiesta venne riaperta dopo il ritrovamento di tracce del Dna di uno dei ladri sulla cornice. Una testimonianza parlò addirittura di una pista esoterica, secondo la quale sarebbe stato utilizzato per un rito satanico. Il capolavoro fa parte di un gruppo di ritratti femminili fatti da Klimt negli ultimi anni della sua attività (tra il 1916 e il 1918), alcuni dei quali rimasti incompiuti. Il quadro porta con sé un’altra storia: è stato dipinto sopra un altro ritratto di donna con un cappello, esposto a Dresda nel 1912, poi dato per disperso. In realtà il maestro austriaco lo aveva ritoccato trasformandolo nel quadro sparito a Piacenza nel 1997.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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