Caro Cesena, ma ci sei o ci fai? 

Perché ce ne vuole per riuscire a perdere quasi senza che l’avversaria provi a farti male, a “regalare” tre punti ad una squadra che, senza regali da Natale anticipato sarebbe potuta tornare a casa con le pive nel sacco, scarsa in tutto se non nell’impegno!

Invece la Vis Pesaro, sconfitta in Coppa Italia meno di un mese fa, è salita sul pullman del ritorno con un sorriso che più grande non si può ed un ringraziamento a “San Cesena” da ricordare sul calendario per gli anni a venire; perchè vincere nonostante la modestia della formazione biancorossa è qualcosa di miracoloso e da tramandare ai nipoti per generazioni.

A fine gara ho sentito le esternazioni di mister Modesto che, probabilmente, non poteva dire altro, almeno ai microfoni Rai, ma mi auguro vivamente, nel chiuso dello spogliatoio si sia fatto sentire ben di più di quanto ha tentato di fare in campo per tutta la partita, inascoltato da una squadra pasticciona, arruffona, senza mezza idea e con il solito andazzo di dare palla ad un Borello raddoppiato, quando non triplicato, oltretutto in serata in cui è sembrato la brutta copia del giocatore da me visto nella primavera del Torino.

Possibile che non ci sia alternativa al dare palla ad un ventenne, bravo fin che si vuole, ma pur sempre troppo giovane per caricarsi una formazione intera sulle palle? Possibile che non si possa cambiare in corso d’opera un gioco monocorde e senza sbocchi se solo l’avversario si piazza, anche in maniera tutt’altro che insuperabile?

Mi pare che in questo inizio di campionato, il Cesena si sia dimenticato come si gioca al pallone; può essere che questa sia una fase di “rigetto” alla preparazione estiva, o che i brillanti risultati agostani abbiano dato spazio ad una presunzione che non si addice ad una neopromossa e meno che mai ad una formazione che ha, innanzi tutto, la prospettiva della salvezza, distantissima se poi regali letteralmente punti ad una diretta concorrente, per giunta modestissima.

Non voglio infierire, ma sono rimasto davvero deluso della partita dei bianconeri, al di là del risultato, perchè può capitare la serata in cui tutto gira storto e basta un tiro nello specchio della porta per fare una frittatona immane, ma quello visto contro la Vis, è, a mio modesto parere, l’antitesi del calcio; perchè ieri sera ho assistito al concerto di un chitarrista che ha suonato con una corda sola, per di più scordata, e che reazione ci si può aspettare da un tale spettacolo?

E si che il Cesena le occasioni per chiudere la partita nel primo tempo le ha avute, a partire da quella enorme che Brignani ha mancato di testa dopo appena un quarto d’ora; scherzando con l’Editore, ho detto che ai miei tempi il centrale bianconero sarenne stato definito “difensore da paese”, di quelli che quando entravano sul pallone venivano fuori dei campanili in cui aspettavi trenta secondi per rivedere la sfera ad altezza di uomo; certo Brignani non è un attaccante, ma quel pallone era più difficile da sbagliare che da infilare nel sacco alle spalle dell’ex Bianchini e lui è riuscito a fare la cosa più difficile! 

Che dire quindi del rigore procurato da una “bambola” della difesa biancorossa dopo una ribatuta sbilenca del portiere? Borello ha immediatamente preso il pallone in mano ed altrettanto immediatamente ho pensato avrebbe sbagliato, chissà perchè, ma a volte hai sensazioni (brutte) che diventano realtà e questa si è rivelata una di quelle, che pensi “mannaggia, ma perchè? Avrò portato sfiga io?”.

Il gol di Butic sembrava aver incanalato l’incontro verso una vittoria, non sfavillante, ma preziosa, anche perchè la Vis nel secondo tempo ha provato a destarsi, ma la sensazione era che la puntura di una zanzara facesse più male, sino a quando Butic ha restituito il regalo, in mezzo a tante belle statuine, ferme come soldatini di piombo ed ancora non rimessesi in moto quando un bravo Voltan (il migliore dei suoi, ma ci voleva anche poco) ha trafitto il povero Agliardi in uscita disperata, confezionando un pacco regalo con il fiocco delle grandi occasioni.

Da lì in poi è stato un susseguirsi di iniziative sterili ed ultimi passaggi che manco all’oratorio sono tutti così sbagliati ed inutili, con un solo tiro verso la porta avversaria e Bianchini che avrebbe potuto andarsi a prendere un caffè in tutta tranquillità, tanto il Cesena è stato volonteroso quanto annebbiato nelle idee e nel gioco.

Certo, il tempo per riprendersi c’è, ma davvero il mister ha visto una squadra in crescita o ritorniamo alle tiritere delle ultime stagioni quando si diceva che la partita successiva sarebbe stata quella del riscatto?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse   l

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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