Certamente non mi considero quel genio di Giovannino Guaresci che ha saputo scrivere in una serie di racconti un opposto antagonista prete cattolico ad un politico comunista, mi riferisco a Don Camillo e l’onorevole Peppone.

Se il tutto era stato condito nel dopoguerra nel piccolo paesino di Brescello sulle rive del Po’, oggi mi è venuto in mente di girare alcune scene ridotte a Cesena di cio che sta succedendo tra Lugaresi e Lucchi ma sulle sponde del Savio.

Cesena è diventata davvero piccola è non ha più quella realtà rurale italiana, si è spezzettata nell’immaginario che non esiste a cominciare dal Foro Annonario, alle piazze semivuote, alle rotonde miliardarie, ad uno stadio dato in concessione con le rate del mutuo insolventi. Per non parlare di negozi vuoti, di banche fallite dove i risparmiatori hanno perso i loro sacrifici economici e ora anche la squadra di calcio più amata della Romagna rischia il defoult.

Ma, mi chiedo, i due amici antagonisti da una parte il cattolico e dall’altra il comunista ci hanno solo voluto fare ridere come in un espisodio del Guareschi ho erano coscienti delle loro manovre economiche. No, perchè se fosse così, qui caro popolo alla finestra con la bandiera del cavalluccio, altro che Guerresci; mi viene da pensare a Ridolini o a Macario.

Dato che siamo ironia per ironia il sindaco sfratta il Cesena dal Dino Manuzzi e il presidente andrà a giocare a Rimini?… Siamo davvero alle comiche finali di un romanzo che non ha più un suo corpo di stesura e una cronologia. Ogni giorno ci troviamo di fronte a sinossi incompleti, fatti di rimbrotti con sfide pubbliche inacettabili, senza una sostanza e una morale.

Dunque finalmente anche Cesena ha un Don Camillo esattamente come l’amico-nemico Peppone, ci mancava anche questa per andare tutti al Verdi, altro che All’Orogel Stadium, siamo tutti surgelati dall’umorismo addirittura quasi francese di Macron!

Io, ho capito una cosa, mettetela come volete ma le questioni calcistiche appaiono irrisolvibili tra un prete gigantesco con le mani grosse, i piedi taglia 45 che parla col Cristo raffigurato nel crocefisso dell’altare e il sindaco comunista che deve lottare con la democrazia di iscrivere una squadra in serie B, perchè non ci sono secondo lui più i presupposti e ripartire dalla serie D.

Speriamo che la loro ideologia non ci porti nell’anonimato. CESENA HA GIA’ PAGATO IL BIGLIETTO PER ANDARE A TEATRO E VUOLE CHE SUL PALCO ESISTA LA COSCIENZA…

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini – Foto Vittorio Calbucci archivio repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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