Arriva l’estate e con essa l’angoscia della prova costume.

Spesso è proprio l’ansia improvvisa a spingere molte persone verso diete drastiche, quelle in stile “10 kg in una settimana”, che poi – guarda un po’ – non funzionano affatto. A volte però, anche le diete “serie” non sortiscono gli effetti sperati: per quale motivo?

Ebbene, grazie ad una ricerca condotta dall’Università di Cambridge (pubblicata sulla rivista eLife) è stato dimostrato che l’organismo, di fronte a una riduzione delle risorse a disposizione, compensa bruciando meno e a fare da innesco a questo meccanismo sono alcune cellule cerebrali.
Gli studiosi, esaminando alcune cavie da laboratorio, hanno testato il ruolo di un gruppo di neuroni nella regione cerebrale nota come ipotalamo. Questi neuroni, detti Agrp, sono noti come i “neuroni della fame”: una volta attivati, ci fanno mangiare, ma se inibiti possono portare ad un’anoressia quasi completa.

Partendo proprio da questi neuroni, il team di ricerca ha pensato di manipolarli usando una sorta di “trucco genetico”, provando cioè ad “accenderli” e “spegnerli”. Dai risultati è emerso che i neuroni AGRP, quando attivati, ci rendono affamati e ci portano a mangiare, ma se non c’è cibo disponibile risparmiano l’energia, diminuendo il numero di calorie che bruciamo e quindi la perdita di peso. La speranza degli studiosi è che i risultati possano portare a sviluppare nuove terapie contro il sovrappeso e l’obesità. Un piccolo consiglio direttamente dagli esperti: per dimagrire è meglio puntare a ridurre le calorie in maniera moderata, oltre che svolgere dell’attività fisica regolare.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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