Da lunedì si ricomincia? Così sembra e se questo succede lo si deve al “colpo di mano” di qualche Presidente di Regione che, applicando le proprie facoltà, ha deciso di riaprire al calcio, anche se per il momento non è quello giocato, ma solamente quello degli allenamenti individuali, indispensabili per rimettere a régime un “motore” che in questi ultimi due mesi ha girato al minimo.

D’altra parte, non erano poi così sbagliati i tanti lamenti levatisi dopo la decisione di riaprire i parchi, anche a chi corre purché individualmente o rispettando le distanze minime, e dando la possibilità di allenarsi a chi pratica uno sport individuale, tenendo invece chiusi i centri degli sport di squadra; pur se bisogna ammettere che c’è un po’ di differenza tra l’allenamento di un singolo e quello di una squadra, anche in termini di addetti ai lavori, cosa da non sottovalutare in un momento in cui i rischi di ammalarsi non sono inferiori, anzi, a quelli che si correvano a gennaio.

C’è voluto, come dicevo, il provvedimento di alcuni Presidenti di Regione, a partire dall’Emilia Romagna, cui si sono aggiunte Lazio, Sardegna e Campania (in ordine assolutamente casuale) per ricominciare, anche se si è comunque ben distanti dal poter dire che si tornerà sicuramente a giocare, perché un conto è allenarsi individualmente, un altro rivedere in campo ventidue calciatori e tutto il contorno umano necessario per una partita vera.

Sarà un caso, ma quello che mi ha colpito è che sia stato un Presidente “governativo” quello che ha dato il là alla ripresa, e che degli altri tre, due siano espressione della stessa parte politica; ho scritto in precedenza che l’eventuale ripresa del pallone era solo ed unicamente una questione di carattere economico, perché credo che a nessun Presidente pallonaro freghi poi così tanto di fare un piacere agli italiani, mentre tutti guardano il portafoglio, quello che la mancanza dei diritti tv rischia di lasciare vuoto, con le conseguenze del caso, anche se il calcio nostrano va avanti esattamente come il Debito Pubblico e la lotta contro l’evasione fiscale, con il passo del gambero!

Non so se tocchi davvero alla politica la decisione sul calcio, ma visto che il calcio da solo una decisione non la sa prendere (o più probabilmente non vuole farlo) ecco che in soccorso viene il federalismo, con la facoltà di prendere provvedimenti, a carattere regionale, anche in contrasto con quelli governativi e non credo sia così strano che in un governo bipartitico sia la parte “rossa” ad essersi mossa, in luogo si sor Tentenna ed i suoi stellini, con Conte e Spadafora che, anche loro, alle chiacchiere non hanno ancora fatto seguire il minimo provvedimento, in un senso o nell’altro…

Il problema vero, anche quello del Governo e del Ministro dello Sport, è chi si prende la responsabilità in caso di positività, in caso di problemi sanitari e conseguenti richieste di rimborsi milionari, non tralasciando il fatto che il problema cadrebbe sul penale e qui diventano ca…..; da qui il rimpallarsi la patata bollente, la creazione del “solito” Comitato di esperti (in disaccordo anche tra di loro), il far passare il tempo asserendo che si sta lavorando “alacremente” alla soluzione, difatti quando vanno in tv sono tutti sudati che grondano a partire dal presidente della FIGC!

Dal 4 maggio dunque si ricomincia, o si tenta di farlo, in ordine sparso e da parte di chi può, altro motivo di discussione ovvia su quanto il Campionato sarà comunque falsato, perché già se ne sono viste di tutti i colori e ci mancava che la ripresa o meno degli allenamenti, individuali, dipenda da una decisione unilaterale e permetta solamente ad alcune formazioni di ricominciare, mentre altre restano nel limbo, nell’incognita del nulla.

In fondo, come detto da più parti, è il solito cane che si morde la coda, perché troppe cose sono lasciate al caso e troppe sono e saranno irrisolte anche quando, eventualmente, si ricomincerà a fare sul serio; questo non solo in Italia, perché basta guardare cosa succede nel resto d’Europa per capire che non c’è la volontà di avere una linea comune, ognuno decide per se e viene fuori un’insalata russa senza costrutto: si chiude la stagione, ci si ferma temporaneamente e si riprende a settembre, si torna ad allenarsi e giocare ma il tutto assolutamente a porte chiuse …. come se questo risolvesse il problema, perché da quante parti ci saranno i soliti imbecilli che vanno comunque allo stadio alla faccia degli assembramenti e del divieto di contatto…

Il pallone torna dunque a rotolare? Così parrebbe e vediamo se dura e se gli allenamenti individuali diverranno di squadra, sfociando in una ripresa vera; attenzione, solo per la Serie A di casa nostra però, perché già non tutta la massima serie dispone di Centri Sportivi adeguati e della possibilità di rispettare a tutto tondo il Protocollo sanitario imposto, figuriamoci le Serie minori, dove le strutture sono meno che carenti e dove davvero c’è la possibilità economica di far fronte alle spese perché tutti, calciatori e non, siano messi quantomeno in minima sicurezza?

Il calcio è una capra zoppa, con una zampa che deve funzionare “a forza” per questione debitoria e le altre che non reggono e serve un carretto con le ruote per trascinarle; quanto si possa andare avanti così non è dato sapere e temo che, questo momento così difficile non serva purtroppo a nulla, passata la buriana tutto ricomincerà come al solito, senza che la lezione sia servita per cambiare cose che tutti sanno non funzionare, ma nessuno ha davvero la volontà di cambiare.

Il Direttore Maurizio Vigliani- Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui