Come si può definire un comico? Una persona che fa ridere attraverso gesti e parole o anche stando fermo, solo per come è vestito. Ecco, questo comico ha fatto ridere e continua a far ridere per tutte queste cose insieme. Il suo nome è Paolo Casiraghi, nome d’arte di Paolo Calderoli (classe ’72), da Bergamo, nasce come dentista, ma abbandona la carriera per darsi alla recitazione. Spassosissimo il personaggio di Suor Nausicaa (la suora bergamasca aggiustatutto), che Casiraghi ha fatto conoscere a Colorado.

Quando nasce il Paolo Casiraghi comico?
“Nel 2007, dopo aver visto un laboratorio di improvvisazione a Milano. Ho voluto provare e mi sono iscritto a Zelig lab, dove è nata, appunto, suor Nausicaa.”

La comicità ha fatto sempre parte del suo essere o c’è entrata per caso?
“Mi è sempre piaciuto ridere e scherzare, quando avevo l’occasione di fare il pagliaccio non la perdevo mai.”

Qual è il personaggio a cui è rimasto più legato?
“La suora è stato sicuramente il più fortunato, il più divertente da interpretare. Anche lo spagnolo Manuel Chupa Chupa, perché ha più registri e libertà di espressione.”

Si è fatto conoscere al grande pubblico grazie a Colorado. Che esperienza è stata?
“Una bella esperienza, considerando sempre che siamo precari e non si può dare nulla per scontato, dipende dalle annate, dai capo autori e dai conduttori. Ogni anno è come partire da zero.”

Continuerà a vestire i panni del comico?
“Mi piacerebbe anche staccarmi dalla comicità pura. Ho provato a condurre, sempre con ironia e leggerezza, mentre il drammatico l’ho sperimentato per anni in teatro e in televisione, in effetti la mia idea è sempre stata quella di recitare, indipendentemente dai ruoli.”

Si sta dedicando a qualche progetto in questo momento?
“Sto lavorando a una parodia di documentari scientifici/naturalistici e sono in attesa di una definizione per una trasmissione sportiva, ma sono scaramantico e vorrei evitare i dettagli per non sembrare un mitomane.”

Si è mai pentito della strada che ha scelto?
“Nei periodi di ‘ferma’, due volte al giorno ripenso a quando facevo il dentista, sarebbe stata una vita più agiata e sicura, ma preferisco i rimorsi che i rimpianti. Le occasioni bisogna un po’ cercarsele, non mi piace stare fermo ad aspettare, chi vive sperando…”.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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