Da quasi quarant’anni riempiono le arene (ma non quelle politiche). La loro musica è conosciuta in tutto il mondo. Con le loro note hanno scaldato i cuori di milioni di persone. Chi sono? Ma gli Stadio, una band bolognese che non passa mai di moda. ‘Sorprendimi’, ‘Ballando al Buio’, ‘Un disperato bisogno d’amore’ e tante altre fino allo straordinario successo dell’ultimo Festival di Sanremo con ‘Un giorno mi dirai’. Poco dopo Ferragosto, esattamente il 20 agosto, anche Cattolica potrà assaporare il gusto della loro immutabile verve, con il concerto all’Arena della Regina. E chi se non il frontman del gruppo, Gaetano Curreri (classe 1952), da Bertinoro, voce, anima e cuore degli Stadio, poteva raccontarci appunto, gli Stadio?

Che cosa rappresentano gli Stadio per Gaetano Curreri?

“Rappresentano tutto per me. Sono il coronamento di un sogno, di quello che ho sempre desiderato fare nella vita. Rappresentano il progetto con la P maiuscola, che dura ormai da 40 anni, e che ha prodotto pagine importanti di musica, quella musica che vogliamo regalare ancora per molto tempo”.

Che cosa significa, invece, Gaetano Curreri per gli Stadio?

“Beh, non spetta a me dirlo, ma io mi sento un po’ tante cose per questo gruppo. Un motore propulsore, la mente pensante, il giusto terminale offensivo,ma mi preme anche dire che senza i miei compagni di viaggio, il progetto Stadio non sarebbe stato lo stesso”.

Questo gruppo ha attraversato periodi di crisi e di straordinarie rinascite, come siete riusciti a rimanere sempre sulla cresta dell’onda? Qual è la forza degli Stadio?

“Sono tanti gli ingredienti che contribuiscono a mantenere in vita, così a lungo, una band. La coesione, la mente fresca, la creatività, la voglia di esplorare, continuamente, nuovi territori, la scelta di inventarsi, sempre, nuovi obiettivi. Poi la stima dei colleghi e degli addetti ai lavori che hanno sempre riconosciuto negli Stadio, un progetto di altissimo livello. Infine, la gratificazione derivante dall’amore da parte del nostro pubblico che non ci è mai venuto a mancare e che si è tradotto nella vittoria all’ ultimo Festival di Sanremo, dove il nostro gruppo ha ottenuto consensi unanimi”.

Curreri, la soddisfazione più grande degli ultimi tempi, è stata la vittoria del Festival di Sanremo quindi?

“E’ innegabile il fatto che dopo quel successo, gli Stadio si sentano cucito sul petto uno scudetto che porteranno, almeno, fino a Febbraio dell’ anno prossimo, quando partirà la nuova edizione del festival”.

A quale canzoni lei e anche gli altri membri del gruppo vi sentite più legati?

“Si dice sempre che la canzone più bella sia la prossima. Il repertorio degli Stadio è sterminato, talmente grande che la frase più ricorrente che sentiamo ai nostri concerti è: ‘accidenti è vero che gli Stadio hanno scritto anche questa’. Noi siamo legati a 1000 canzoni, ma vorrei ricordare ‘Un giorno mi dirai’, con la quale abbiamo vinto Sanremo, ed anche il nuovo singolo ‘Tutti contro tutti’, dove c’è anche una magnifica incursione di Vasco Rossi”.

Quanta emozione provate, ogni volta che salite sul palco?

“L’emozione del palco per chi fa il nostro lavoro, è sempre presente in dosi massicce. E’ il motore che mantiene in vita l’ amore incondizionato verso il lavoro che facciamo, il più bello del mondo”.

Curreri, cosa mi può dire su Cattolica e sul pubblico cattolichino?

“Io sono romagnolo, sono nato a Bertinoro, questa è la mia terra e spero davvero che il 20 agosto a Cattolica, l’ arena della regina sia tutta esaurita per un concerto straordinario”.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui