Avete provato a comperare Amuchina, per lavarsi le mani, o le mascherine sanitarie per proteggervi nel respirare?
Difficile trovarli nei negozi, nei super ed ipermercati e nelle farmacie, mentre su internet…
Si trova ciò che volete ma a prezzi che hanno subito aumenti iperbolici, così una mascherina da pochi centesimi non viene proposta a meno di una dozzina di euro per una confezione da 10, mentre per la “preziosa” Amuchina potreste spendere anche un centinaio di euro per tre confezioni dell’indispensabile (davvero?) disinfettante!

Roba da galera, una speculazione vergognosa ed illecita, che deve aprirci gli occhi su chi mette sul mercato gli articoli, ma anche su chi, alla fine li commercializza, direttamente o indirettamente che sia (poco importa) e si nasconde dietro le necessità o le paure del momento.

Sarà che anche in quello che è diventata un modo di comportarci ormai frequente, per risparmiare ovviamente, è arrivata l’ora di fare considerazioni che tengano conto non solo del fatto che agli utili non corrispondano versamenti fiscali adeguati (tanto le tasse le paghiamo già noi), ma anche che in un momento di difficoltà oggettiva, proprio da questi colossi partano speculazioni che dimostrano come tante cose luccicano ed in tanti modi si può essere presi bellamente in giro, e magari li ringraziamo pure!

Ma chi sono i responsabili di tanto? Esiste o non esiste anche per il mondo del web il garante del consumatore? In questi giorni ce lo stiamo chiedendo da un ufficio all’altro almeno noi dell’informazione; e, lanciamo un durissimo appello ai responsabili che come iene giocano sulle disgrazie inaspettate delle persone. Si intervenga subito perchè il popolo già impoverito suo non può subire un’ennesima umiliazione da parte dei grandi colossi.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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