Domani confido di poter vedere Siri: non ho ancora fissato l’incontro ma sicuramente domani sarà il primo giorno utile per poterlo vedere. Datemi il tempo di riorganizzare l’agenda per la fase di rientro”. Così il premier Conte, risponde ai giornalisti che, a margine della sua visita alla Città proibita di Pechino, gli chiedono se al suo ritorno in Italia dalla Cina incontrerà il sottosegretario per valutare la sua posizione dopo l’indagine a suo carico.

“In Italia – prosegue Conte – riprenderemo il lavoro quotidiano e strategico perché siamo nella ‘fase due’ del governo, con lo sblocca cantieri, il decreto crescita, le strategie per potenziare la ricerca e rinforzare tutto il sistema dell’istruzione. Dobbiamo lavorare al turismo, rinforzare il sistema agroindustriale, valorizzare i nostri beni culturali”. “Abbiamo un’agenda fittissima di lavoro”, afferma il premier.

“Sono d’accordo con Salvini e infatti l’ho dichiarato anche io: non sono un giudice. Non è certo con l’approccio del giudice che affronterò il problema”. Così Conte replica poi a chi gli domanda dell’intervista in cui il ministro dell’Interno afferma che il premier non è un giudice e che non sono emersi “atti concreti” a carico di Siri. “Non ho letto l’intervista”, dichiara Conte, ma “i tempi della giustizia sono altri. Io ho fatto l’avvocato e mai fatto il giudice neppure prima: non lo sono adesso”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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