Al grido di “Dal vivo è molto più tenero” la Lega Antivivisezione e Animal Equality chiedono che al coniglio venga riconosciuto lo status di animale familiare, al pari di cani e gatti. Questo significa impedirne macellazione e vendita, togliendolo quindi dal nostro menù. Sarebbero 800mila i conigli da compagnia in Italia (dati Eurispes 2013).

Allo stesso tempo l’Italia produce il 50% della carne di coniglio d’Europa (265mila tonnellate). Secondo la LAV questo tipo di allevamento è tra quelli meno controllati e regolamentati, e quindi meno sicuro, nonché ultraintensivo e crudele per il coniglio stesso. Una curiosità: la regione italiana che consuma più coniglio è la Campania, con 10 kg pro capite.

La LAV invita tutti a scendere in piazza sabato 5 e domenica 6 dicembre per firmare la petizione che vieterà la macellazione del coniglio. Si può anche firmare online sul sito informativo coraggioconiglio.it.

«I conigli meritano le stesse tutele di tutti gli altri animali che vivono nelle nostre case o che comunque sono inseriti nel contesto familiare», ha dichiaratola deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla, che si batte sia contro la macellazione che contro l’utilizzo della pelliccia. La Brambilla propone una sanzione contro chiunque “allevi, esporti, importi, sfrutti economicamente o detenga, trasporti, ceda o riceva a qualunque titolo conigli al fine della macellazione, o commercializzi le loro carni”. I colpevoli rischierebbero da quattro mesi a due anni di carcere e una multa da 1.000 a 5mila euro per ciascun animale.

#Bellastoria o no? Dipende se il coniglio lo preferite vivo o in padella. Vi invitiamo in ogni modo a condividere.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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