Una giornata particolare quella di oggi, forse occorrerebbe farne una ogni mese per debellare per sempre il femminicidio in Italia, che a parte la pazzia parte dalla poca informazione, dalla educazione di base e da una paura intrinsica.

Questo pomeriggio da Piazza della Repubblica a Roma è partito il corteo del coordinamento  “Non Una di Meno”. In migliaia le donne arrivate da tutta Italia sono scese in piazza per manifestare lo stato di agitazione permanente.

Tanti gli slogan urlati dalle partecipanti contro la violenza sulle donne e sui loro figli, sui minori.

Le manifestanti, 150 mila dicono le organizzatrici, usano slogan contro la violenza maschile e attaccano il ddl Pillon sull’affido condiviso. Ad animare la manifestazione, colorata di ficsia, anche la musica proveniente dalle casse audio installate sul cassone di un camion che ha accompagnato il cammino delle donne unite

Anche la Serie A di calcio scende in campo con un’iniziativa di solidarietà, ma pure i presentatori dei telegiornali e di molte trasmissioni tv daranno la loro solidarietà a questo gravissimo problema nazionale e mondiale. Molti Comuni illumineranno di arancione le facciate dei Municipi come segnale di solidarietà.

106 palloncini rosa in ricordo di Sara e Desirée – Centosei palloncini rosa si sono  alzati in cielo dallo spezzone più giovane del corteo. Ciascuno ricorda una delle donne morte nel corso del 2018 a causa della violenze subite da uomini, soprattutto da mariti e fidanzati. Mentre i palloncini si levano in aria una voce da un camion dell’organizzazione legge le storie di alcune ragazze uccise negli ultimi anni. C’è il ricordo di Sara Di Pietrantonio, bruciata nella sua auto dal fidanzato alla Magliana, nel 2016, dopo esser stata strangolata. E poi di Desirée Mariottini, la sedicenne morta per una sospetta overdose il mese scorso nel quartiere di San Lorenzo, probabilmente dopo aver subito una violenza sessuale di gruppo.

Sono state 32 le donne uccise nei primi 9 mesi di quest’anno – Secondo i dati recenti forniti dalla Polizia, sono stati 32 i femminicidi registrati in Italia nei primi nove mesi del 2018, in calo risultano i cosiddetti reati-spia: maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali. Parallelamente crescono denunce ed arresti. L’Associazione Di.Re (Donne in rete contro la violenza) conferma poi l’identikit dell’aggressore, il 65% è italiano. Gli ultimi dati Istat fanno inoltre sapere che le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2017 sono state oltre 49 mila, di queste oltre 29 mila hanno cominciato un percorso di uscita dalla violenza. Chi si rivolge ai Centri? Nel 27% dei casi si tratta di straniere e il 63,7% ha figli, nella maggioranza dei casi minorenni.

Io sono scioccato da questi numeri e coloro che commettono questi reati sono da considerarsi criminali.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto fonte Frontiera

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui