Proprio come il Cesena nel primo dei tanti derby stagionali, in quel di Rimini; cosa non proprio scontata alla vigilia e dopo una buona prova, il che non è significativo se lo si considera calcio d’agosto, ma che fa comunque piacere e morale.

Ci hanno pensato il nuovo arrivato Butic e “mastro” De Feudis a dare il là alla vittoria di un Cesena che ha giocato un primo tempo da grande squadra; poi la partita si è fatta più equilibrata ed anche Agliardi ha avuto modo di mettere le proprie “manine” sul risultato finale, un 2-1 meritato e che ha regalato grande gioia ai tanti che hanno riempito il settore ospiti del Neri.

Il passaggio del turno, al di là della soddisfazione di aver vinto il derby, non credo cambierà i piani dei bianconeri che, giustamente, dovranno vedersela con altre numerose squadre dal blasone importante in un girone di Serie C che potrebbe raccontare più di un bel passato a livelli di Serie A.

La strada dei piccoli passi, della modestia, è quella che il Cesena deve seguire; ci sarà tempo per, come si dice oggi, alzare l’asticella e provare a volare in alto, ma ora non è ancora quel momento.

Fare le cose bene ma in silenzio deve essere l’obiettivo attuale dei bianconeri, sia la Società come la squadra; c’è tutto il tempo per allestire una formazione in grado di fare bene, anche se è logico partire a fari spenti e puntare innanzitutto alla salvezza, poi, strada facendo, se l’obiettivo potrà essere più ambizioso, lo si rincorrera con tutte le forze.

La Società ha deciso di seguire una certa politica, cambiando parecchio la formazione della passata stagione, oltre all’allenatore, cosa da accettare anche se è naturale che noi tifosi ragioniamo di pancia ed abbiamo beniamini che riteniamo intoccabili; il campo ci dirà se si è deciso al meglio o si sono fatti degli errori, sempre tenendo conto che il calcio non è una scienza esatta e i 30 gol di un anno diventano magari 3 in quello successivo …

Parlando dei nuovi arrivati, posso dire di conoscere bene Butic, ex centravanti della primavera del Torino, che dopo le 30 reti segnate due stagioni fa con la giovanile, ha avuto non poche difficoltà nella passata stagione, tra Ternana ed Arezzo, anche a causa di qualche infortunio che certo non lo ha aiutato nella sua prima esperienza da professionista.

Le qualità, il ragazzo, le ha, ovviamente deve fare esperienza e per questo è importante che giochi, cosa non sempre facile per chi è in prestito secco.

Credo anche che grandissima importanza possa averlo l’ambiente, e sotto questo aspetto ritengo che ci siano poche piazze meglio di Cesena, dove il calore e la vicinanza dei tifosi non mancano mai, e questo per un ragazzino come Karlo è fondamentale.

Anche di Giuseppe Borello ho buona conoscenza, avendo anche lui un passato nella primavera del Torino, dove ha fatto vedere cose pregevoli, tanto che i dirigenti avrebbero voluto trasformare il prestito in un acquisto che invece il Crotone ha rifiutato, per poi cederlo al Cuneo e quindi al Rende, nella scorsa stagione, ed ora al Cesena, sempre in prestito; essendo del ’99 ci può stare, ma sono convinto che, con le sue qualità, in Calabria ed in B, non avrebbe affatto sfigurato.

Strano come a volte vadano le cose, proprio perché Borello non è rimasto a Torino in quanto a Crotone lo ritenevano pedina importante, per poi girarlo sei mesi a Cuneo e quindi al Rende?

Buon per il Cesena che lo abbiamo nuovamente dirottato in prestito, perché anche Borello, come Butic, potrebbero diventare belle realtà di un Cesena che non spara più alle pernici, ma palloni in fondo alle porte avversarie.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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