Al momento del sorteggio per i quarti di Champions, l’Ajax era considerato il meglio che la Juve potesse incontrare; aver recuperato due gol all’Atletico Madrid faceva evidentemente ritenere i bianconeri al riparo dalle insidie che i lanceri olandesi potevano rappresentare dopo aver letteralmente piallato i campioni uscenti del Real.
Certo avere in squadra il fenomeno Ronaldo era di per se una garanzia mica da poco; il portoghese, dal 2010 in poi, aveva sempre disputato almeno le semifinali, e non era solamente la scaramanzia o le statistiche a far ritenere come quella olandese fosse, si una compagine da ritenere pericolosa, ma certamente i favori del pronostico non potevano che essere dalla parte bianconera.
In realtà la sfida vincente contro il Real Madrid, a qualcuno era parsa casuale, visto che, dopo il 2-1 madridista ad Amsterdam, il 4-1 del Bernabeu aveva fatto gridare al miracolo, ma la si vedeva come un brutto capitombolo del Real, anche per le mille polemiche interne allo spogliatoio e con la dirigenza del club; insomma, se miracolo era avvenuto, erano più le colpe spagnole che i meriti olandesi ad averlo determinato.

La Juventus veniva considerata formazione superiore in assoluto rispetto al giovane Ajax, sotto tutti i punti di vista, e la forza della rosa bianconera permetteva ampia scelta su chi mandare in campo al meglio della condizione praticamente in ogni settore del campo e quindi il gioco brillante e veloce dei ragazzi di Ten-Hag non destava tremori in una formazione di carattere ed esperienza come quella di Allegri; senza sottovalutare nessuno, per carità, ma l’Atletico era stato ritenuto scoglio assai più duro di questi ragazzotti che mica potevano continuare come se fosse sempre …. Real!
Sul campo però le cose non sempre vanno come quando ti trovi di fronte il Sassuolo o il Frosinone, e campionato già vinto (ma da agosto) a parte, la Juve degli ultimi tempi non è mai parsa particolarmente brillante, tanto che già la Coppa Italia aveva riservato una gran brutta sorpresa, con l’eliminazione da parte di un’Atalanta (3-0 a Bergamo) che pareva scesa da Marte tanta era la differenza tra le due formazioni.

Infine si gioca e l’1-1 di Amsterdam è probabilmente stato sottovalutato, mettendo in secondo piano la troppa fatica fatta e le tante occasioni concesse ad un avversario caricato dal tifo amico e parso, anche mentalmente, molto più libero di una Juve che alla fin fine ha una rosa piuttosto ampia, ma non proprio qualitativamente all’altezza delle iperboli che se ne dicono.
L’attesa per il ritorno è stata poi ben diversa da quella contro l’Atletico, quasi che si desse già per scontato di arrivare in semifinale, magari faticando, ma pure come se si potesse sottovalutare un avversario che già solo l’atmosfera dello Stadium avrebbe dovuto impaurire e far chiudere in una rassegnata rappresentazione della supremazia bianconera.
Come sono andate le cose in campo lo abbiamo visto ed oggi si grida nuovamente al miracolo Ajax, come se quanto fatto vedere in precedenza se lo fossero dimenticato tutti! Vero che ognuno vede la partita che vuole, ma qui di cosa c’è da stupirsi di più? Del fatto che l’Ajax abbia nuovamente giocato alla grande, e rispetto a Madrid sbagliato anche l’inverosimile, oppure bisogna stupirsi della supponenza juventina, di quella spocchia che poi se fai le pagelle si fa fatica a trovare più di tre bianconeri da salvare, in una serata in cui gli inutili osanna che immancabilmente accompagnano le gesta juventine sono finite nel cestino dei rifiuti?

La colpa è di Allegri! La Juve non ha gioco! E via discorrendo in una via Crucis immancabile quando bisogna trovare un colpevole da crocifiggere, e la vicinanza della Pasqua è solo una casualità del calendario! Anche la sfortuna poi ci si mette a negare la soddisfazione di alzare la coppa più ambita dai bianconeri, e sì, perché mancava Chiellini (35 anni ad agosto) sostituito da un Rugani che in cinque stagioni avrà giocato dieci partite l’anno ma lo mandiamo in Nazionale e lo incensiamo come fosse il nipote di Scirea (!?!?!?), e mancava pure Mandzukic (33 anni tra un mese), che i cugini-diversi Dybala e Kean hanno fatto non solo rimpiangere, ma anche sembrare quel fuoriclasse che il buon Mario mai è stato!
Mettiamoci poi che a centrocampo sembrava di vedere le Ferrari inseguire invano le Mercedes, e dietro, Bonucci che chiacchiera ben più di quanto corre, oltre al duo Cancelo-Sandro perdere più palloni di quanti ne abbiano giocato, e la frittatona è fatta, un pacco con fiocco e controfiocco di quelli confezionati davvero bene!
La Juve esce, meritatamente, dalla Champions, a favore di un Ajax cui vanni grandissimi applausi per il gioco espresso e per aver saputo sfruttare alla perfezione le innumerevoli mancanze di una squadra durata venti minuti e poi accartocciatasi su se stessa e sulla sua presunzione.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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