Sarebbe davvero grandioso chiudere l’anno, sportivamente parlando, con una vittoria contro il Giulianova. A poche ore dal Natale i bianconeri hanno la grande possibilità di brindare sotto l’abete aprendo un Pandoro farcito con crema chantilly accompagnato da uno spumante D.o.c. I tre punti acquisiti contro i marchigiani, gratificherebbero tutto l’ambiente calcistico, ma sarebbero oltremodo, il perno centrale per un girone di ritorno da primato assoluto. D’altronde il Matelica, bensì era partito come un razzo, oggi si ritrova a fare i conti con una preparazione atletica che non sta più pagando per intero. Dunque il futuro dei romagnoli non sarà solo per le disgrazie altrui, ma per la forte volontà che riusciranno a mettere gara dopo gara. Parliamoci chiaro, il cavalluccio, questo campionato lo deve vincere ad ogni costo solo per il fatto che sotto il Monte Garampo dove vigilano i cappuccini, si respira sempre l’aria di serie A. E’ veramente inimmaginabile pensare che da ora in poi non sia il Cesena la capolista solitaria. La differenza di qualità rispetto alle altre concorrenti è notevole, la si nota a vista d’occhio, o meglio ancora pure gli orbi la vedono. I singoli calciatori a partire da Ricciardo, Agliardi, De Feudis, Biondini, Alessandro, Valeri, sono una garanzia totale per consolidare il primato e restarci fino al termine della stagione. Basta e avanza questa scala reale per continuare a vincere con costanza e allungare il distacco dal Matelica. L’allenatore Angelini, dopo qualche giorno di pausa per festeggiare in famiglia il Natale, avrà la possibilità di serrare le fila e di sperimentare senza stress, qualche modulo innovativo per merito dei nuovi arrivati. Era importante allargare la “panchina”; avere riserve pronte a mettersi in gioco per una causa comune. Se alla fine del campionato i componenti della rosa brinderanno a tutto campo, dolce e lieto sarà il loro domani per entrare nella storia e per continuare la loro carriera in lidi più ambiti. Vorrei concludere, questo pezzuollo, con forte turbamento emotivo, ricordando Gigi Radice, il primo allenatore a portare i colori bianconeri in serie A. Solo una volta ad appena 14 anni ebbi la possibilità di essere allenato da Gigi. Era un allenatore alla tedesca. Aveva idee molto rigide, ma concrete. Un giorno all’antistadio mi diede una palla medica che pesava più di me… Lui mi disse: lavora ragazzo se vuoi farti i muscoli sei troppo mingherlino per giocare a calcio…
Aveva ragione!
Rip grande maestro di un calcio che non esiste più, sempre tra noi.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Vittorio Calbucci Archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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