E’ proprio giunto il momento di urlare un allarmatissimo: basta!
Il Cesena continua a deludere, perchè non conta chi hai davanti, conta vincere.
Una nuvola che avvolge tutto e tutti, nasconde ancora una volta le magagne di un gioco ancora ombroso, complice di una scarsa tattica, che solo a tratti a visto il migliorarsi della linea difensiva.
Sono preoccupanti le poche azioni di rimessa che si consumano in campo tra gli stessi giocatori e quelle che si consumano anche nello spogliatoio dopo la panchina dedicata ad Agliardi.
Sono preoccupanti ripeto anche l’acquiescenza, la rassegnazione, la complicità di diversi giocatori bianconeri che non sfruttando la loro responsabilità accettano tutto e in un certo senso lo giustificano più con il sudore che con la testa. Manca insomma a questa squadra una verà identità e una piena maturità prima di divenire grande.

In Cesena – Reggiana ho notato, simulazioni, colpi proibiti con la chiara intenzione di far male, era il fattore principale che cercavano gli emiliani, poter vincere sul nervosismo, certo il Cesena non è caduto nel tranello, ma non ha saputo sfruttare l’onda trascinatrice del proprio pubblico immancabile.
Fa parte del gioco, il calcio è uno sport per uomini duri, non per signorine, questo è logico, ma avere avuto più sale nella zucca novembrina i tre punti potevano essere aggiunti ad una classifica che non rassicura anche perchè occorre attendere i risultati odierni.

Ho notato anche l’incuria, la superficialità con cui una certa parte della critica si accontenta del solito punto da pulcino che alla lunga, la storia insegna porterà solo ad una rincorsa per ottenere almeno la salvezza in extramis.C

C’è rimasto poco tempo, bisogna che nasca un Cesena di dimensione con animo puro è tanta volontà per restituire alla città la quarta vittoria, quella che probabilmente, io definisco della svolta, per uscire dallo stadio non solo immacolati, ma sorridenti.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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