Avevano suggerito che la politica dovrebbe rimanere fuori dal calcio e non aprire scenari oscuri. Il Comune di Cesena che avrebbe il compito specifico di tendere una mano concreta alla collettiva e allo sport invece di farlo, proprone bandi addirittura per rilevare il titolo sportivo bianconero, quando ancora la società si sta adoperando per sanare la sua posizione finanziaria edifendere l’iscrizione al campionato di serie B. Un colpo basso che danno la certezza e la fermezza che il Sindaco è il suo assessore allo sport sono diventati di fatto i traghettatori per un nuovo Presidente è un nuovo vice presidente di una ipotetica squadra che dovrà partire dalla serie D chiamando al seguito come nel governo Monti dei Saggi. Uno scandalo che pone interrogazioni di grande carattere deontologico e che sfiorano l’enorme negligenza sul conflitto d’interesse visto che il braccio destro di PAOLO LUCCHI non è stato solo un dirigente del Martorano, ma ci sarebbero di mezzo anche parentele sanguigne con il presidente attuale Martini.

Vorremmo a tal proposito capire una volta sola perché la decisione dello sfratto ad una società di calcio ancora aggrappata alla serie B, quando eventualmente tale decisione andava presa molto prima sotto la governance del Signor Campedelli Igor. Non ho mai visto in nessuna parte d’Italia esercitare tale esecuzione, quando in gioco ci sono enormi economie per tuttavia Cesena che equivalgono a circa 4,5 milioni di euro in serie B e sfiorano i 6,8 milioni di euro in serie A.

Se qualcuno pensa di prendersi le chiavi della cittadina romagnola sportiva perché proprietario dello stadio, allora siamo caduti veramente dal fico.

Se è altrettanto vero che per la nuova urbanizzazione si sono spese cifre pazzesche per le rotonde, le piazze, le statue, i bronzi, ora non si capisce fino in fondo quale è lo scopo di questa giunta che attraverso la cittadinanza che ha pagato tributi, non continua a tendere il contributo morale alla nostra squadra del cavalluccio, ma si limita a fare un bando allo SBANDO, per dare il titolo sportivo a chi? E in nome di chi e perché? Finché c’è una squadra che gioca nel calcio professionistico, quella squadra deve essere salvaguardata da tutti.
Solo il presidente Giorgio Lugaresi e il CDA che hanno ipotecato tutti i loro beni hanno il sacrosanto diritto decidere di fallire o continuare il progetto per sentire ancora al MANUZZI FORZA CESENA!

Il resto sconfina dai canoni calcistici e fanno capire ancora una volta come la politica può anche influire nel dramma sociale.

In ultima analisi potremmo iscrivere la squadra alla serie L per osservare il derby tra LUCCHI e LUGARESI, ma senza tifosi. Io immagino già come andrebbe a finire la partita: 0-0.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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