E’ una vittoria politica la ripartenza del calcio dilettantistico a Cesena. Il Sindaco Paolo Lucchi nel bene o nel male ha salvato la manifestazione europea.

Ha fatto il bando, ha atteso i sottoscrittori, se ne è lavato in parte le mani chiamando al tavolo del palazzo i saggi e poi dentro la sua sala operativa aprendo la finestra che dà sulla piazza del popolo ha visto il “sole”, dopo la tempesta. Se non fosse arrivata questa ventata, addio Europeo e non di trotto. La mossa è stata astuta perchè ora Patrignani e soci, saranno costretti a pagare la gestione dello stadio e di Villa Silvia, anche se i soldi non sono sufficienti per coprire la gestione degli impianti sportivi e l’allestimento di una squadra nuova con tanto di pedaggi per le trasferte. Ma probabilmente, il gioco per il presidente dell’Ascom vale la candela, perchè potrebbe ricevere proprio dal primo cittadino di Cesena, il testimone per guidare non più la New&co, ma la macchina comunale. E, alla rinascita del calcio locale chi ci penserà, senza l’intervento degli industraili? Si tenga conto di una cosa, che lunedì prossimo ci sarà il primo urgente cda di FC, RC di non poca preoccupazione, per valutare con attenzione i costi di gestione che sarebbero già lievitati rispetto al budget iniziale messo a disposizione davanti al notaio.

Siamo solo all’inizio dei corrispettivi, figuriamoci se non dovessero arrivare i risultati dal campo quante reazioni a catena si scaturerebbero e probabilmente si potrebbe aprire un nuovo scenario di sgretolamento del tifo più caldo. Forse (si spera che ciò non accada), ma se fosse… era forse meglio allora partire dall’Eccellenza e tenersi in tasca a costi più ridotti il mitico cavalluccio. Ma la politica esce fuori sempre pulita e a testa alta, anche se alcune volte si è dimostrata come quei presidenti manipolati da commercialisti di passaggio, che vengono definiti avidi speculatori, incoscienti, incapaci e temerari nella scelta pure di un solo calciatore.

Vorremmo chiedere una cosa al Sindaco? Fossero convinti alcuni uomini nostalgici di fondare una società di calcio composta tre/quattro persone denominata Cesena 1940, con lo stadio di Cesenatico in comodato d’uso per il rilancio del Brand del Cavalluccio a chi darebbe il marchio, visto che il Cesena calcio sportivamente non esiste più? Oppure riformuliamo la domanda in un altro modo…
Le si chiede di accettare una seconda società sportiva in città, che vuole partire dalle origini del Conte Rognoni, lei come si comporterebbe in tal senso? Sarebbero liberi costoro di andare dal curatore e fare una proposta economica per mantenere lo scudetto bianconero che per 78 anni ha tenuto legate intorno alla sua immagine, generazioni di fenomeni? Oppure è già stato fuso dentro Martorano nato con il suo centro sportivo, con una sua matricola esistente per scalare la rivalità sportiva locale? Mentre oggi si parla che la dentro ci sono le radici del CESENA CALCIO. Ma solo ora che è morto ci chiedono?… Con tutta la rabbia nei confronti di chi non lo ha voluto salvare dal tumore?

Com’era bella anni fa, la mia vecchia macchina da scrivere a nastro, dove, tra le parentesi, potevi sempre inserire: “errata corrige” all’errore di battitura.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto fonte Giampiero Ceccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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