indiani

Mumbai ospita una delle più grandi comunità cattoliche dell’India, quindi non è raro vedere in questo periodo dei bei presepi esposti sulle finestre e davanti agli ingressi delle case, così come grandi lanterne di carta a forma di stella, che formano ghirlande.

Al posto del classico abete natalizio, vengono usati gli alberi di mango, di banano o direttamente un albero di poinsettia, la stella di Natale, che qui cresce fino a raggiungere dimensioni notevoli.

Le foglie di mango sostituiscono anche il nostro agrifoglio, mentre la decorazione interna tipica delle chiese, per i riti solenni, prevede la poinsettia in ogni sua sfumatura. Ovviamente, le classiche decorazioni sintetiche e luccicanti vanno anche qui ormai per la maggiore.

Nelle processioni e nei festeggiamenti compaiono i classici elementi indiani, come gli elefanti bardati, i Chatris, gli ombrelli a baldacchino ricamati, e le musiche locali per i canti devozionali. Il rito principale è la messa di mezzanotte che può durare da due a tre ore con folle di partecipanti vestiti con i loro abiti migliori.

Nel Tamil Nadu e soprattutto in Kerala, centro del rito Siro-Malabar, al calar della sera, migliaia di lucerne a olio illuminano i tetti delle case e i davanzali delle finestre.

Secondo l’antico rito Siro-Malabar, proveniente dalla tradizione di San Tommaso e dei suoi discepoli siriani, il Natale è preceduto da un periodo di 25 giorni di intense preghiere, digiuni o pasti di magro, chiamato “kotchu noimbu”, ovvero “piccola astinenza”. Nell’India centro-occidentale, le tribù adivasi cristianizzate dei Bihils, trascorrono la settimana che precede il Natale cantando tutte le notti, di villaggio in villaggio.

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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