Un nuovo colpo di scena nella vicenda di Stefano Cucchi.
Una denuncia che potrebbe cambiare il corso del processo che vede imputati cinque carabinieri per la morte del giovane geometra romano avvenuta nell’ottobre del 2009.

Durante una delle udienze, il pm Giovanni Musar ha reso noto un’attività integrativa di indagine dopo che uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte e ha “chiamato in causa” due dei militari imputati per il pestaggio. Di fatto è un’ammissione di responsabilità sua e dei suoi colleghi dell’Arma Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro a processo per omicidio preterintenzionale. Nel corso delle sue deposizioni, Tedesco avrebbe parlato anche di una nota di servizio da lui scritta su quanto accaduto e poi inviata alla stazione Appia dei carabinieri, ma che successivamente non si sa come sarebbe sparita.

In aula i genitori di Stefano hanno ascoltato la rivelazione con una espressione composta.

La deposizione di Tedesco – “Il 20 giugno 2018 – ha detto il pm – Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio”. Sulla base di questo atto, il rappresentante dell’accusa ha detto che è stato iscritto un procedimento contro ignoti nell’ambito del quale lo stesso Tedesco ha reso tre dichiarazioni. “In sintesi – ha aggiunto il pm – ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”.

I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che “è stata redatta una notazione di servizio – ha detto il pm – che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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