Altri dieci anni, poi le rotative dei poligrafici si fermeranno. Questa l’analisi fredda e cruda almeno per il New York Times. A fare tale previsione è stato Mark Thompson, presidente e amministratore delegato di New York Times Company, l’azienda editoriale che pubblica l’omonimo giornale.
In un’intervista alla CNBC Thompson ha dichiarato che ovviamente preferirebbe che l’edizione cartacea sopravvivesse e prosperasse il più a lungo possibile, ma ha ammesso che potrebbe avere una data di scadenza dettata dal mercato.

Una scelta economica “Decideremo semplicemente su una base economica: potrebbe arrivare un momento in cui i dati economici di un giornale stampato non abbiano più senso per noi. Il nostro piano – ha spiegato – è continuare a servire i nostri fedeli abbonati il più a lungo possibile, ma nello stesso tempo rafforzare il business digitale, in modo da avere una società di crescente successo molto tempo dopo che sarà finita l’epoca della stampa“.

Il Nyt sta già scommettendo da tempo sull’online, che ha fatto registrare un boom di abbonati e di ricavi. Proprio grazie al traino degli abbonamenti digitali il gruppo ha ridotto la sua dipendenza dalle inserzioni pubblicitarie che rappresentano solo un terzo dei ricavi totali. Nell’ultimo trimestre del 2017 le vendite esclusivamente digitali del NY Times hanno generato un fatturato di 96,3 milioni di dollari, in rialzo del 51,2% sul periodo ottobre-dicembre del 2016.

Gli abbonamenti digitali sono stati circa 2,644 milioni alla fine del periodo, un incremento netto di 157.000 unità rispetto al termine del terzo trimestre del 2017 e il 41,8% in più sul quarto trimestre del 2016.

E anche in borsa il saldo è positivo: il titolo del NY Times cede lo 0,9% a 23,87 dollari ma da inizio anno è salito del 29% e negli ultimi 12 mesi del 47%.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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