E’ arrivato il Carnevale. E in Italia, dove è che questa festa trova tutta la sua piena ragione di essere? A Venezia ovviamente, la capitale del Carnevale.

Ogni anno migliaia, per non dire milioni, di turisti affollano le calli veneziane per assistere al Carnevale, dove tutto è il contrario di tutto. La festa di Carnevale ha origini atichissime, risale addirittura al 1296, quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo il giorno precedente alla Quaresima.

E come tutte le feste, anche questa è nata per concedere alla popolazione, soprattutto al ceto meno abbiente, un periodo di assoluto e dissoluto divertimento. Con i visi mascherati, tutti celavano la propria identità, trasformandosi, per pochi giorni, in quello che avrebbero voluto essere e non erano. Tutti potevano esseri aristocratici e poveri, nel periodo di Carnevale, non esisteva ricchezza e povertà.

Per i veneziani questa festa è una vera e propria istituzione, che durerà per molti secoli ancora. Per rendere più spettacolare questo evento, la città lagunare ha voluto strabiliare i propri visitatori, nella seconda giornata di festeggiamenti, con un corteo di cento imbarcazioni, guidate da 600 vogatori mascherati, che è partito da punta della Dogana, ha attraversato il Canal Grande, arrivando, infine, al Cannaregio. Ma Venezia non è solo canali e calli, è anche musica che sale in cielo, grazie alle note suonate dal pianista Paolo Zanarella che ha fatto ballare la folla, sollevato dal braccio di una gru. E infine, come tutti i party che si rispettino, non potevano mancare cibo, vino e cicchetti a volontà.

Venezia è Carnevale, e il Carnevale è solo quello veneziano. Questo inscindibile binomio dura da talmente tanto tempo da essere quasi più antico del mondo. Non me ne voglia il carnevale americano di New Orleans, bello e caratteristico quanto vi pare, ma mai come quello veneziano che racchiude in sè una signorilità e un mistero che gli americani possono solo sognarsi. Oggi più che mai, questa festa assume ancora più significato. La gente (noi italiani in particolare) si sente talmente oppressa e intristita dai piccoli e grandi problemi di tutti i giorni, che una ricorrenza come questa la aiuta ad andare avanti e a pensare positivo. Viviamo in una precarietà assoluta, molti di noi devono decidere se pagare le bollette o mangiare, e sapere che per pochi giorni anche la persona più povera di questo mondo, può sentirsi un re, indossando una maschera e un costume, è rassicurante. Sì, molto rassicurante. Sappiamo bene che dopo i balli, le bevute in compagnia, si ritornerà tutti a casa, alla solita vita, fatta di piccole cose, ma molta gente vive un’intera vita, aspettando i classici 15 minuti di gloria. Pochi minuti certo, ma che valgono un’ esistenza mediocre. Perciò, ben venga il Carnevale e tutto quello che ci ha insegnato in questi anni.

In questo mondo siamo tutti di passaggio e chi più e chi meno, saremo chiamati a salire o scendere qualche gradino, ma il divertimento e lo svago apparterrà sempre a tutti, buoni e cattivi, belli e brutti. Quindi, buon Carnevale e ricordate: quello d.o.p va in scena solo a Venezia.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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